Blow si conclude con delle note che indicano che Jung non avrà diritto alla libertà vigilata fino al 2015 e che sua figlia non è ancora andata a trovarlo. Mentre è in prigione, George chiede un permesso per vedere il padre morente, Fred. La madre nega la richiesta. George registra un ultimo messaggio a Fred, raccontando i suoi ricordi di lavoro con il padre, i suoi scontri con la legge e infine, troppo tardi, la consapevolezza di ciò che Fred intendeva quando diceva che il denaro non è “reale”. Vecchio in prigione, George immagina che sua figlia venga finalmente a fargli visita: la sua sagoma scompare lentamente mentre una guardia chiama George.
Dopo il suo rilascio, George lotta per mantenere il rapporto con la figlia. Promette a Kristina una vacanza in California e cerca un ultimo accordo per raccogliere il denaro sufficiente per il viaggio. George conclude un accordo con gli ex complici, ma scopre troppo tardi che questo era stato organizzato dall’FBI e dalla DEA, con Dulli e Derek che avevano fatto trapelare la natura e il luogo dell’azione in cambio della grazia per il loro coinvolgimento nella sua azione precedente. George viene condannato a 60 anni nel penitenziario di Otisville, a nord di New York. Alla fine spiega che né la sentenza né il tradimento lo preoccupano, ma che non potrà mai perdonarsi di aver infranto una promessa fatta a sua figlia.
Blow è un film drammatico biografico del 2001 diretto da Ted Demme, che racconta la storia di George Jung, boss della cocaina americano, e della sua rete internazionale. David McKenna e Nick Cassavetes hanno adattato il libro di Bruce Porter del 1993 Blow: How a Small Town Boy Made $100 Million with the Medellín Cocaine Cartel and Lost It All di Bruce Porter per la sceneggiatura. Il film si basa sulle vicende reali del narcotrafficante statunitense George Jung (interpretato da Johnny Depp) e delle sue conoscenze, tra cui i re del narcotraffico Pablo Escobar e Carlos Lehder Rivas (interpretato nel film come Diego Delgado), e il Cartello di Medellín.