Secondo la leggenda di Candyman, quest’assassino, che risponde al nome di Daniel Robitaille, è un uomo afroamericano che venne brutalmente assassinato per una relazione amorosa interrazziale proibita del XIX secolo; fa ritorno come leggenda metropolitana e uccide chiunque lo evochi pronunciando il suo nome cinque volte davanti a uno specchio. È descritto come uno spettro vestito con un cappotto e un uncino al posto della mano destra. Il suo arrivo è preceduto da uno sciame di api.
Diretto da Nia DaCosta, Candyman è il sequel dell’originale del 1992, che aveva trasferito il racconto di Clive Barker, The Forbidden, da una casa popolare di Liverpool alle case popolari di Chicago. Proprio come il racconto di Barker, entrambi i film di Candyman fanno un eccellente lavoro di fusione di leggende urbane “reali” per creare nuove narrazioni avvincenti. Come personaggio, Candyman mescola la leggenda di Bloody Mary (un fantasma assassino evocato pronunciando un certo numero di volte una frase allo specchio) e quella di Hook (un assassino con la mano ad uncino) con gli elementi horror classici di Dracula. In questo modo, è diventato un’icona dell’horror a tutti gli effetti.
Il film originale presenta un’unica origine per Candyman: egli è il figlio libero di un nero schiavizzato che venne orribilmente mutilato e ucciso da una folla bianca alla fine del XIX secolo per la sua relazione con la figlia di un ricco uomo bianco (un retroscena creato dall’attore di Candyman Tony Todd). Il nuovo film presenta diverse versioni della sua leggenda, la più importante delle quali è quella che lo vede come un uomo ucciso dalla polizia dopo essere stato falsamente sospettato di aver messo una lama di rasoio in una caramella data a un bambino bianco.
Nel film di Nia DaCosta del 2021, Candyman viene nuovamente evocato nel 2019 da un Anthony McCoy ormai adulto. Si scopre che la leggenda di Candyman è sopravvissuta e si è evoluta ricontestualizzandosi nel corso degli anni intorno a tragici omicidi simili di afroamericani uccisi dalle autorità razziste in modi che ricordano la sua morte (Daniel Robitaille), e che queste figure diventano parte dell'”alveare” di Candyman. Il Candyman precedente ad Anthony era un disabile mentale di nome Sherman Fields, accusato di aver messo delle lamette nelle caramelle dei bambini e per questo picchiato a morte dalla polizia, anche se poi si è rivelato innocente. Alla fine, un Anthony sfigurato e catatonico viene ucciso dalla polizia, permettendo così a Candyman di assimilare Anthony e rinnovare la sua leggenda. Tra gli altri personaggi che fanno parte dell’alveare di Candyman vi sono Anthony Crawford, William Bell, Samuel Evans, George Stinney, Helen Lyle, James Byrd, Jr. e Gil Cartwright (nelle scene eliminate).