Difficile pensare che Sergio Leone ed Ennio Morricone non andassero d’accordo, tutt’altro. Il loro è stato quasi un rapporto simbiotico. Magari a volte un po’ conflittuale, ma sempre saldo. Anche quando al grande regista romano, scomparso proprio 35 anni fai, certe musiche non lo convincevano. Come il tema di Deborah nella colonna sonora di C’era una volta in America. Una partitura bellissima, immortale, memorabile. Che tuttavia non incontrò il favore del cineasta. Motivo? Troppo somigliante alla colonna sonora di C’era una volta il West.
I due si chiarirono e la musica rimase come l’aveva concepita il Maestro, per nostra fortuna. Nell’ambito di una dialettica tra geni ci sta che ogni tanto si possa discutere. In verità, la stima professionale di Leone nei confronti dell’amico Morricone non venne mai meno. Al contrario, gli commissionò la colonna sonora con talmente tanto anticipo da avere la possibilità di farla ascoltare sul set, pur se in versione non orchestrata. Espediente drammatico fondamentale che permise agli attori di dare il meglio di sé, lasciandosi cullare da quelle note di dolci e malinconiche.
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E a proposito di malinconia, nella colonna sonora di C’era una volta in America ci sono anche delle canzoni non scritte da Morricone, come l’immortale Yesterday dei Beatles. Arrangiata, se possibile, in maniera ancora più struggente da Morricone. Un vestito nuovo di zecca che diede alla canzone un ruolo narrativo chiave per la storia. La ascoltiamo, infatti, quando Noodles (Robert De Niro) torna a New York. E nella scena finale. Il brano, dunque, è profondamente connesso al viaggio nella memoria del protagonista, un gangster che dai bassifondi di Brooklyn compie una scalata criminale dagli esiti però devastanti.
Ma nella colonna sonora di C’era una volta in America c’è un altro piccolo gioiello, Amapola di Joseph LaCalle, che compare sempre in associazione a Deborah (interpretata prima da Jennifer Connelly e poi da Elizabeth McGovern). Prima con un arrangiamento quasi scherzoso, che si rifà alle sonorità del ragtime, poi con uno quasi maestoso e romantico che accompagna l’appuntamento al ristorante di Noodles e Deborah.