Acqua e Sapone è all’interno della cinematografia di Carlo Verdone uno dei film più amati dai fan del regista romano. Anche per la presenza di Natasha Hovey che debuttò come attrice proprio nella spassosa commedia. Vestiva i panni di una ragazzina poco più che adolescente, che nonostante la giovane età era una stella moda, anche grazie alla dispotica madre Wilma, la strepitosa Florinda Bolkan. Verdone, invece, era il suo “mentore”, padre Michael Spinetti. Alter ego di Rolando Ferrazza, professore in pectore e bidello vero. Quello fu un vero exploit per Hovey che poco dopo lasciò il mondo del cinema. Non prima però di essere comparsa nell’horror demoni di Lamberto Bava. E, ancora con Verdone, in compagni di scuola. Che rimase incantato da quella ragazzina:
“Mi colpì subito il volto di quella ragazza che all’epoca aveva 16 anni, che emanava dolcezza e grazia. Era elegante in tutto e la luminosità del suo sorriso non poteva non incantare. La convinsi, dopo un lungo provino, ad accettare il suo primo ruolo in un film, sebbene fosse timida e riservata. Ma riuscimmo nell’impresa e insieme costruimmo un duetto perfetto“.
Cosa fa oggi di bello? Come abbiamo appreso dalla risposta al post di Verdone dello scorso anno in cui si chiedeva che fine avesse fatto, Natasha Hovey vive negli States dove conduce una vita tranquilla con la sua famiglia, lontano dal set.
Cinquantasette anni, nata a Beirut il 14 agosto 1967 da padre americano e madre olandese, ma cresciuta in Italia, Hovey ha raccontato al Corriere della Sera di vivere assieme al marito reumatologo a Miami, al figlio David e a una delle sue sorelle. Un’altra, invece, vive nell’Oregon. Si dedica completamente ai suoi cari e ai gatti randagi di Miami. Quanto ad Acqua e Sapone e al cinema, è una parentesi ormai chiusa. Che però l’ha aiutata a sbloccare la sua timidezza:
“Avevo difficoltà a comunicare, ero piuttosto riservata. Mia madre, arrivata a Roma perché attratta dal clima e dal carattere degli italiani, per avere un ricordo dei miei 13 anni mi portò un giorno a fare qualche scatto in bianco e nero da un fotografo, che le consigliò di proporre il mio volto alla pubblicità. Così feci qualche spot, ma rimanendo muta: da una réclame per un prodotto contro la forfora mi scartarono perché dovevo dire una frase, ma non riuscii a proferire una parola! Mamma per sbloccarmi mi iscrisse a una scuola di recitazione, e piano piano mi sciolsi. Quando feci il primo provino per Carlo Verdone ero già capace di recitare qualche battuta“.