Jafar Panahi, regista iraniano di fama internazionale, ha conquistato la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2025 con il film A Simple Accident, segnando un ritorno trionfale sulla scena cinematografica dopo anni di repressione e censura nel suo paese d’origine.
Nato nel 1960 a Mianeh, in Iran, Panahi si è affermato negli anni Novanta come una delle voci più significative del cinema iraniano. Tra le sue opere più note si annoverano Il palloncino bianco (1995), vincitore della Caméra d’Or a Cannes, Lo specchio (1997) e Il cerchio (2000), quest’ultimo premiato con il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
Jafar Panahi è sposato con Tahereh Saeedi, che ha lavorato come infermiera. La coppia ha due figli: Panah Panahi, regista e sceneggiatore, e Solmaz Panahi, che ha studiato teatro a Teheran.
Il suo impegno nel denunciare le ingiustizie sociali e politiche lo ha reso bersaglio del regime iraniano. Nel 2010 è stato arrestato con l’accusa di propaganda contro il governo e condannato a sei anni di carcere, oltre a un divieto di 20 anni di dirigere film, scrivere sceneggiature o lasciare il paese.
Nonostante queste restrizioni, Panahi ha continuato a realizzare film in clandestinità, come This Is Not a Film (2011) e Taxi Teheran (2015), quest’ultimo vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino.
Dopo la revoca del divieto di espatrio nel 2023, Panahi ha potuto recarsi in Francia per incontrare la figlia e, successivamente, partecipare al Festival di Cannes 2025. Il suo film A Simple Accident è stato accolto con entusiasmo, ricevendo una standing ovation e conquistando la Palma d’Oro.
Il film narra la storia di Vahid, un meccanico che riconosce in un cliente il suo ex aguzzino durante la detenzione. Deciso a vendicarsi, Vahid intraprende un viaggio che lo porterà a confrontarsi con il passato e a interrogarsi sulla legittimità della vendetta. combina elementi di thriller e road movie, offrendo una riflessione profonda sulla giustizia e la memoria.
La vittoria di Panahi a Cannes rappresenta non solo un riconoscimento artistico, ma anche un segnale politico forte. Il regista è diventato un simbolo della resistenza contro la censura e della libertà di espressione, dimostrando come l’arte possa superare le barriere imposte dai regimi autoritari.