Nato a Genova il 6 gennaio 1962, Pierfrancesco Villaggio è il secondogenito di Paolo Villaggio, l’uomo che ha dato vita al famoso ragionier Fantozzi. Fino a qui nulla di sconvolgente se non fosse che, tra i due, i rapporti sono sempre stati contrastanti e fonte di grande malessere. Piero, come viene chiamato dagli amici e in famiglia, infatti, ha sofferto il peso di un genitore fortemente ingombrante ma, al tempo stesso, assente. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair nel 2016 ha dichiarato di essere stato condizionato dalla personalità del padre, soprattutto negli anni in cui ha iniziato ad approcciarsi con il mondo dello spettacolo.
Piero, infatti, ha provato a farsi strada nel cinema ottenendo la sua prima nella serie tv Classe di ferro, cui ha fatto seguito Fantozzi alla Riscossa e Le comiche. Successivamente arriva un piccolo ruolo in Scandal in Black, fino a che decide di spostarsi dietro le quinte per Azzurro, I no spik inglish e Vacanze di Natale ’95 per occuparsi della fotografia.
Gli anni della dipendenza
Piero non fa mistero delle difficoltà attraversate a causa della dipendenza da eroina e del difficile percorso affrontato per disintossicarsi. Tra le pagine del suo libro Non mi sono fatto mancare niente, infatti, racconta come tutto sia iniziato nel 1979 a soli 17 anni.
Ho iniziato nella maniera più stupida, più banale. Mi sentivo in una situazione di disagio, mi sentivo sempre un pesce fuor d’acqua, ero molto timido. Ero con un mio amico che mi ha detto se volevo provare. Lui mi ha fatto l’iniezione. Lì per lì mi è piaciuta molto, di botto i miei problemi di inadeguatezza erano superati. Purtroppo è un paradiso che nasconde un inferno.
Dopo diverse disavventure, tra cui anche una resto per possesso di metadone, la famiglia Villaggio decide di giocare la carta estrema della comunità. Per questo motivo Piero viene mandato a San Patrignano.
Era l’84, io un tossico. Mi hanno messo davanti a Vincenzo Muccioli, un gigante con il vocione, e per stanchezza gli ho detto: facciamo come dici tu. In realtà pensavo che sarei scappato, per andare a drogarmi. E’ finita che sono rimasto fino all’87.
Il rapporto con Muccioli, dunque, è stato contrastante. Esattamente come quello mai costruito veramente con suo padre. Alla fine del percorso, però, Piero ha compreso di essersi profondamente legato al primo. Con il secondo, invece, ha dovuto attendere più a lungo. Sono dovuti passare altri decenni e il sopraggiungere della fragilità fisica di Paolo Villaggio per instaurare tra i due un contatto reale fatto di tenerezza.
La vita privata
Per quanto riguarda la vita privata di Piero non si hanno molte notizie. Tra le poche spicca la presenza di una moglie molto amata, ma di cui s’ignora il nome, e l’assenza di figli. Oltre a questo, poi, è tendenzialmente assente dai social, perseguendo l’idea di una vita molto semplice e, soprattutto, lontana da eccessive attenzioni.