Colazione da Tiffany è il film che Blake Edwards e Paramount realizzarono nel 1961, dal libro di Truman Capote. Fu deciso però di cambiare alcuni elementi troppo dissonanti o considerati scandalosi per l’epoca, A risentire dei maggiori cambiamenti è stato proprio il finale, riscritto per garantire il lieto fine. In questo caso, dunque, il film finisce con Paul (George Peppard) che torna nell’edificio dove ha abitato durante la sua relazione con la signora Failenson. Ad invitarlo è stato proprio Holly ( Audrey Hepburn) che, dopo l’ultimo incontro drammatico causato dalla notizia della morte del fratello di lei, vuole salutarlo prima della sua partenza per il Brasile. Sembra, infatti, che sposerà Josè da Silva Pereira, il miliardario. Per interesse ovviamente.
Quello stesso giorno, però Holly viene arrestata per la sua presunta connessione con il boss Sally Tomato e il suo giro di droga. In realtà la ragazza è completamente all’oscuro dei fatti. Il suo unico inconsapevole coinvolgimento sono le visite del giovedì a Sing Sing per prendere le ” previsioni del tempo”. In sostanza si tratta di messaggi in codice che deve riferire all’avvocato di Tomato. Così, rilasciata grazie all’intervento di Paul, che riesce a farla uscire su cauzione, torna con lui in taxi verso casa. L’uomo ha portato con sé anche il gatto senza nome di Holly ed una lettera in cui Pereira le comunica di averla lasciata per timore dello scandalo. Per lo stesso motivo ha deciso di tornare in Brasile quanto prima.
Nonostante questo, però, la ragazza esprime ancora la sua volontà di partire, anche se ad attenderla non c’è più nessuno. E nemmeno la dichiarazione d’amore di Paul riesce a distoglierla dalle sue convinzioni. Anzi, ancora più fermamente ribadisce che «l’amore è una gabbia» e che «lei e il suo gatto non appartengono a nessuno e nessuno gli appartiene». Anzi, per rafforzare ancora di più il concetto, decide di aprire la portiera della macchina ed abbandonare il povero gatto sotto la pioggia battente.
Vista la cieca ostinazione di Holly, Paul decide di uscire dal taxi per cercare l’animale lasciandole, però, l’anello che aveva ritirato giorni prima da Tiffany. Lo stesso che avevano fatto incidere per ricordare una splendida giornata trascorsa insieme. A quel punto, la ragazza esce anche lei dal taxi, rincorre Paul e, dopo aver finalmente ritrovato il gatto, si baciano appassionatamente.
Un finale, dunque, romantico e rassicurante ma che non rispetta quello scelto da Truman Capote per il romanzo. Qui, infatti, l’happy ending è negato, visto che Holly decide comunque di partire per il Sud America e Paul non avrà più sue notizie. L’autore, infatti, vuole porre l’accento sulla libertà sessuale e sentimentale del personaggio femminile che, ovviamente, va a contrapporsi in modo netto con la morale del tempo.
Nonostante questo, però, Blake Edwards, la Paramount e Audrey Hepburn realizzano un film entrato nei cuori degli spettatori grazie anche alle iconiche prime immagini di fronte le vetrine di Tiffany e l’indimenticabile Moon River di Henry Mancini.