Belfast, film diretto da Kenneth Branagh nel 2021 e ispirato alla sua infanzia in un’Irlanda del Nord divisa da una guerra civile di religione, finisce con la partenza del piccolo Buddy e della sua famiglia per l’Inghilterra. Dietro di loro lasciano una realtà che non comprendono e non condividono, divisa da preconcetti e violenza. Ma che, in qualche modo, farà sempre parte della loro esistenza. A guardarli andare via verso un futuro diverso, la nonna (Judi Dench) consapevole che questa sia la decisione più giusta per loro.
Fino a quel momento la vita di Buddy (Jude Hill) ha seguito un corso tranquillo, arricchita dalla presenza dei suoi nonni, della madre (Caitríona Balfe), del fratello maggiore e dei giochi con i suoi amici. Il padre (Jamie Dornan), invece, torna nel fine settimana, di tanto in tanto, visto che lavora come carpentiere in Inghilterra.
Una consuetudine che, però, nel 1969 si interrompe a causa di una serie di atti violenti. Nello specifico un gruppo di lealisti protestanti attacca le case e le proprietà dei cattolici che vivono nella sua stessa strada, dando così inizio al conflitto nordirlandese. Di colpo la realtà conosciuta e vissuta da Buddy cambia aspetto. La strada, fino a quel momento luogo sicuro di condivisione dove non sussiste nessun tipo di diversità, si trasforma in un campo di battaglia. Lo stesso dove i protestanti hanno la presunzione di voler dominare come una sorta di maggioranza vincente rispetto gli “usurpatori” cattolici.
La situazione, poi, si fa ancora più pericolosa quando il padre di Buddy viene “invitato” da Billy Clanton, criminale locale e attivista settario, a partecipare attivamente alla causa del così detto lealismo. L’uomo, però, si rifiuta credendo in una comunità globale ed unita senza alcuna divisione data dalla religione. Un atteggiamento giusto, ma che inizia a creare diverse difficoltà alla sua famiglia. Per questo motivo, dunque, inizia a meditare di trasferirsi.
Una decisione che appare inevitabile quando il piccolo di casa partecipa, quasi involontariamente, a un atto di rivolta violenta e saccheggio. Oltre a questo, poi, viene preso come ostaggio insieme alla madre dallo stesso Clanton, per guadagnarsi la fuga.
Fortunatamente per loro non ci sono conseguenze gravi. Ma quel punto è inevitabile la necessità di lasciare il luogo che ha visto nascere e crescere intere generazioni della loro famiglia. Quel loro piccolo mondo circoscritto, infatti, si sta trasformando in modo incomprensibile. Rifiutando il senso di comunità che lo aveva definito e, piuttosto, inneggiando alla supremazia culturale e fisica.
Belfast è anche un inno al potere del cinema e delle storie, visto che Buddy inizia a sognare proprio vedendo i film in sala assieme alla sua famiglia. Branagh ha vinto l’Oscar come miglior sceneggiatura originale nel 2022.