Dopo anni trascorsi nei i corridoi di Hogwarts, tra incantesimi, misteri e battaglie contro il male, la fine della saga di Harry Potter segna un momento storico per un’intera generazione. Ma come si conclude davvero la storia del giovane mago con la cicatrice a forma di saetta? E soprattutto, il finale dei film, Harry Potter e i doni della morte, è identico a quello scritto da J.K. Rowling? Il cuore dell’epilogo è lo stesso, ossia la caduta di Voldemort, la vittoria del bene e uno sguardo malinconico sul futuro, ma i dettagli narrativi, le atmosfere e perfino alcuni eventi cruciali divergono tra pagina e pellicola.
Il fulcro, ovviamente, è la battaglia di Hogwarts con l’assedio drammatico del castello da parte delle forze di Lord Voldemort. Qui si compie il destino dei personaggi principali. Harry si consegna volontariamente al nemico, scoprendo di essere diventato un Horcrux vivente. Per questo si lascia uccidere permettendo agli altri di vivere.
Nel libro, questa scena è fortemente introspettiva. Harry attraversa una sorta di limbo, dove incontra Silente alla stazione di King’s Cross, in un dialogo che mescola filosofia e magia. Il film restituisce visivamente questa scena, ma riduce l’ambiguità morale e spirituale del romanzo, rendendola più lineare e simbolica.
Oltre il destino di Potter, però, a caratterizzare questo epilogo sono soprattutto le tante perdite. E non tutte hanno lo stesso spazio sullo schermo. Nel libro, J.K. Rowling dedica passaggi intensi alla morte di Fred Weasley, a quella di Lupin e Tonks, e alla tragedia silenziosa di personaggi minori. Nel film, invece, molte di queste morti sono mostrate fugacemente, affidando il peso emotivo più alle immagini che alle parole. Discorso diverso per il sacrificio di Severus Piton. In questo caso la sua fine ha ampio spazio in entrambe le versioni. D’altronde la rivelazione dell’amore per Lily Potter e la sua vera lealtà danno una chiave di lettura diversa all’intera saga.
Le differenze maggiori tra romanzo e film, però, riguardano il duello tra Harry e Voldemort. Nelle pagine dell’ultimo capitolo, infatti, questo avviene in modo pubblico, in mezzo alla Sala Grande. Inoltre è carico di parole. Harry, infatti, smaschera il suo avversario davanti a tutti, rivelandone le debolezze. È un momento quasi teatrale. Nel film, invece, il duello è più spettacolare e fisico. Si svolge in un ambiente isolato, all’esterno del castello, e culmina con la dissoluzione di Voldemort in cenere, un’immagine potente ma meno umana rispetto alla morte dell’antagonista nel libro, che cade a terra come un uomo qualunque.
Considerati tutti questi elementi, dunque, Il finale di Harry Potter è un mix di epica e introspezione. Il libro scava in profondità nei sentimenti e nelle scelte morali, mentre il film punta sull’impatto visivo e sul ritmo narrativo. Insieme, offrono due letture complementari di una delle saghe più amate di sempre.