Ricorre oggi il 58esimo anniversario della morte di Totò, al secolo Antonio de Curtis, indimenticato e indimenticabile pilastro della comicità italiana, al punto da essere soprannominato “il principe della risata”. Ecco cosa accadde davvero quella notte del 15 aprile 1967, e come l’Italia reagì alla tragica notizia.
Il 69enne Totò trascorre gli ultimi giorni prima della morte in preda a un forte malessere e colto da rimpianti, soprattutto per non aver colto tutte le occasioni offertegli dal teatro, sua più grande passione, che ha dovuto abbandonare a causa di una corioretinite emorragica che gli aveva danneggiato irrimediabilmente la vista, impedendogli di calcare nuovamente i palcoscenici. La sera del 13 aprile egli confessa all’autista Carlo Cafiero di sentirsi “una vera schifezza”; una volta rientrato a casa accusa dei forti dolori allo stomaco, e deve chiamare immediatamente il medico per riuscire ad avere un po’ di sollievo. La giornata del 14 aprile viene trascorsa dal comico a chiacchierare con Franca Faldini, sua compagna di vita, dell’estate imminente e dei suoi progetti di trascorrerla nella sua adorata Napoli.
Poco dopo cena, tuttavia, il malessere ritorna: Totò accusa un formicolio al braccio sinistro, sta tremando e sudando. Franca avvisa immediatamente Liliana, figlia di Totò, e ovviamente il medico curante che si precipita a soccorrerlo. Nonostante la somministrazione di cardiotonici, Totò è in preda a forti dolori che non accennano a migliorare, al punto da spingerlo a supplicare il medico di lasciarlo morire. Sono più o meno le due di notte, ed egli si rivolge per l’ultima volta anche ai suoi cari: all’amata Franca dice “T’aggio voluto bene, proprio assai“, al cugino Eduardo raccomanda di portarlo a Napoli, mentre la figlia Liliana sostiene che le sue ultime parole siano state: “Ricordatevi che sono cattolico, apostolico, romano“.

Totò si spegne alle 3:35 del 15 aprile 1967. Nonostante nei suoi ultimi giorni egli fosse convinto che nessuno lo avrebbe ricordato, tutto il Paese esprime il suo profondo cordoglio, al punto di concedergli ben 3 funerali. Il primo si tiene a Roma, dopo 2 giorni di veglia a cui partecipano le massime personalità dello spettacolo e non, compresi coloro che in vita lo avevano ignorato o aspramente criticato; in questo caso la cerimonia si limita a una semplice benedizione, per via del suo scandaloso legame con Franca Faldini, più giovane di lui di 33 anni.
Il funerale più partecipato e sentito è il secondo, che si tiene il 17 aprile a Napoli, città natale di Totò, che sospende ogni attività per il pomeriggio in cui è prevista la sfilata del feretro e la cerimonia. L’affluenza è straordinaria, al punto da rallentare il viaggio della salma verso la basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore in cui si tengono i funerali, davanti a 250.000 persone. Questo l’addio dell’attore e amico Nino Taranto:
“Amico mio, questo non è un monologo, ma un dialogo perché sono certo che mi senti e mi rispondi, la tua voce è nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli, che è venuta a salutarti, a dirti grazie perché l’hai onorata. Perché non l’hai dimenticata mai, perché sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle di dosso quella cappa di malinconia che l’avvolge. Tu amico hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l’allegria di un’ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico è qui, ha voluto che il suo Totò facesse a Napoli l’ultimo “esaurito” della sua carriera, e tu, tu maestro del buonumore questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Totò, addio amico mio, Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori, e che non ti scorderà mai. Addio amico mio, addio Totò“
Totò viene sepolto nella tomba di famiglia al cimitero di Santa Maria del Pianto, vicino ai genitori. Un terzo funerale, ovviamente a bara vuota ma con un numero altrettanto vasto di partecipanti, viene organizzato il 22 maggio per richiesta di Luigi Campoluongo (detto Nase ‘e cane), capogruppo del rione Sanità in cui Totò è nato.