Avere vent’anni, cult movie di Ferdinando Di Leo del 1978, ha avuto una travagliata esperienza con la censura. La versione originale, infatti, è stata pesantemente tagliata. La storia è quella di due ragazze, Tina e Lia, interpretate da Lilli Carati e Gloria Guida, che sull’onda della contestazione degli anni ’70, decidono di viaggiare in autostop e andare così all’avventura. Finite in una comune hippy, guidata dal santone interpretato da Vittorio Caprioli, vengono rispedite a casa dopo una perquisizione. Nel ritorno a casa incontrano degli uomini che le molestano. Nel finale, completamente censurato, le due subiscono un terribile stupro di gruppo nel bosco.
Lia viene bastonata, Tina subirà la morte più cruenta, impalata da un tronco. La director’s cut di Di Leo, inoltre, aveva delle scene saffiche all’inizio, poi cancellate.
In una gustosa dichiarazione raccolta in Notturno, Di Leo spiegò l’insuccesso del film, facendo riferimento al clima generale dell’epoca e al fatto che Carati e Guida fossero due stesse del porno soft all’italiana:
“Gloria Guida e Lilli Carati erano molto amate da un certo pubblico, e il fatto che io le abbia fatte ammazzare, stuprare in quella maniera feroce, non so… probabilmente quando il “romoletto” è andato al bar e la “romoletta” gli ha chiesto: “Com’è Avere vent’anni?”, lui le ha risposto: “Nun c’annà”. Mentre di solito se il film piace si dice: “Vattel’a vede”. Aver fatto morire quelle due, a livello inconscio avrà influito a che un film destinato ai giovani, i giovani non siano andati a vederlo. Non è stato un insuccesso, perché i soldi li ha riportati a casa, ma non è stato quel successo che credevo, ho fatto male i conti...”
La prima versione fu dunque subito ritirata dalle sale cinematografiche italiane. Successivamente, è stata distribuita rimontata, e accorciata, e con un lieto fine che però cozzava completamente con lo spirito del film. Che quindi non incassò molto.
Solo nel 2004 il pubblico riuscì a vedere Avere vent’anni in versione integrale, solo in DVD.