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Home » Spettacolo » Cos’era il Derby Club (dove Diego Abatantuono era in famiglia)

Cos’era il Derby Club (dove Diego Abatantuono era in famiglia)

Nascita e morte del Derby Club di Milano, uno dei templi della comicità italiana, chiuso nel 1985 dopo anni di trionfi.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino19 Aprile 2024
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Gli artisti del Derby Club
Gli artisti del Derby Club (fonte: Rai)
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Il Derby Club è stato uno dei templi del teatro-cabaret in Italia, attivo fino al 1985. Sul palcoscenico del locale situato non lontano dall’ippodromo di San Siro a Milano, sono saliti alcuni dei comici più importanti d’Italia. Da Cochi e Renato a Paolo Rossi, passando per Teo Teocoli, Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Aldo e Giovanni (senza Giacomo) e i Gatti di Vicolo Miracoli. Nato nel 1959, come ristorante, per volere dei coniugi Gianni e Angela Bongiovanni, zii materni di Diego Abatantuono, si trasforma ben presto in un cabaret. Posizionato nel seminterrato di una palazzina in via Monte Rosa 84, il Derby Club diventa un luogo di culto dove i giovani umoristi mettono alla prova i loro monologhi, in un clima spassoso, libero e molto fertile. Il pubblico? Quello della Milano alternativa. Con intellettuali, attori, registi famosi, designer, pubblicitari. Nobili e “cummenda”. Calciatori, sportivi, giornalisti.

Il Gruppo Repellente del Derby con Ernst Thole, Diego Abatantuono, Enzo Jannacci, Mauro Di Francesco, Giorgio Porcaro, Massimo Boldi e Giorgio Faletti (fonte: Wikipedia)

Come detto, sono tantissimi i comici che esordiscono nelle sale fumose del Derby. Diego Abatantuono mette a punto il personaggio del terrunciello sulla pedana del club. Un ruolo ideato a sorpresa da Fabio Concato e Giorgio Porcaro (da sempre considerato il clone “low cost” di Abatantuono) e poi perfezionato da Abatantuono. Enrico Beruschi, impiegato in un’azienda dolciaria e per questo ribattezzato biscottino, si fa conoscere nel ruolo, appunto, di un timido travet che poi porterà al successo a Drive In.

Cochi, Renato, con Enzo Jannacci e Giorgio Gaber, fanno ridere il pubblico con il loro umorismo nonsense. Dice Cochi a TV Sorrisi e Canzoni: “Quando Bongiovanni ci coinvolse era il 1965 e il Derby era un jazz club. Ci diede carta bianca come responsabili dello spettacolo, così ci organizzammo per tre uscite, alle 23, a mezzanotte e mezzo e alle 2. Da lunedì a domenica, senza riposo. Ci chiamavamo Gruppo Motore, eravamo io e Renato, Jannacci, Lino Toffolo, Bruno Lauzi e Felice Andreasi, e non saprei chi abbia inventato il nome: sarà nato pensando all’energia di quel momento…“.

Il Derby è una fucina di comici e comicità. Entra in crisi solo quando, nella prima metà degli anni ’80, si diffondono le tv private. Che diventano, a loro volta, un luogo di sperimentazione. Il club chiude nel 1985 con una retata della narcotici. Dopo il Derby il testimone passa allo Zelig.

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