Trent’anni fa l’industria musicale non si affidava a talent show e piattaforme social per far emergere i propri artisti: in assenza di queste risorse, le giovani promesse della musica avevano una sola strada per farsi notare dal pubblico e dalle case discografiche, ossia la cosiddetta “gavetta” nei locali. Uno di questi, chiamato proprio Il Locale, ha dato i natali artistici ad alcuni dei più importanti ed influenti cantautori degli ultimi decenni, tra cui Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri (protagonisti del bel documentario di Francesco Cordio, Un passo alla volta).
L’idea di fondare una piccola comunità di artisti per artisti, in cui riunirsi ed esibirsi, come fu per il capitolino Folkstudio anni prima, nasce da Giorgio Baldi (attuale chitarrista di Gazzè), Andrea Marotti (produttore cinematografico) e Alberto Molinari (attore teatrale e di fiction): i tre ragazzi, ben presto raggiunti da altri 9 amici, trascorrono un’estate a finanziare ed eseguire di persona la ristrutturazione di uno spazio di 180 metri quadrati situato in Vicolo del Fico, tra Piazza Navona e Campo dei Fiori, che verrà inaugurato il 13 novembre 1993 e chiamato semplicemente Il Locale.
Al progetto si uniscono sempre più persone, desiderose di vivere questa nuova realtà musicale romana o semplicemente di farsi conoscere: una di queste e Max Gazzè, che dopo aver mandato le sue demo ai fondatori diventerà uno degli artisti di punta del Locale; un’altra è Pierfrancesco “Picchio” Favino, che sogna di fare l’attore ma intanto viene assunto come “buttadentro”. Il pubblico è sempre più numeroso e variegato, e con il passare del tempo assiste allo sviluppo di artisti come Daniele Silvestri, Frankie Hi-NRG, Tiromancino e Niccolò Fabi, che registrano regolarmente il tutto esaurito.

Qualche anno dopo, Gazzè e Silvestri diventano soci del club, che da piccola comunità di amici diventa una location esclusiva con una lunga fila di avventori fuori dalla porta: tra il pubblico siedono i principali produttori discografici dell’epoca, e a esibirsi sono artisti emergenti provenienti anche da fuori Roma, come Carmen Consoli e i Subsonica. L’incanto si spezza solo nel 1998, quando i fondatori originali decidono di cedere la gestione del Locale chiudendo la loro esperienza finché è ancora al top.
Dopo tanti anni di abbandono, tuttavia, arriva il momento della rinascita: gli architetti Adriano Betti e Bianca degli Innocenti ristrutturano lo stesso spazio di Vicolo del Fico, nel contesto di un progetto avviato dai nuovi proprietari Paolo Pompei, Manolo Monacchia, Loredana e Gianluca D’Ettorre. Quello che prima era il Locale si chiama ora Studio 26 (in segno di continuità con la discoteca Room 26 fondata dallo stesso gruppo) ma l’obiettivo è quello di una volta: ricreare un luogo in cui far sbocciare artisti emergenti, intrattenendo il pubblico con musica dal vivo e stand up comedy. E chissà che sotto quello storico tetto non nasca presto una nuova stella della musica italiana…