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Home » Spettacolo » Di cosa parla I figli degli altri, dramma dedicato a maternità e famiglie allargate

Di cosa parla I figli degli altri, dramma dedicato a maternità e famiglie allargate

Toccante e delicato, I figli degli altri, presentato a Venezia nel 2022, parla di maternità nelle famiglie allargate.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti5 Settembre 2024
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i figli degli altri
I figli degli altri (fonte: France 3 Cinéma)
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I figli degli altri è un film francese del 2022 diretto da Rebecca Zlotowski ed interpretato da Virginie Efira. La tematica legata alla maternità, alla sua assenza e alle diverse forme in cui questa può essere espletata lo hanno reso uno dei più importanti e delicati per narrazione e interpretazione. Tutta la vicenda, infatti, gira intorno al personaggio di Rachel, Una donna di quarant’anni e senza figli. Nonostante questo, però, l’essenza stessa della maternità sembra non aver abbandonato mai la sua esistenza.

Questa, infatti, continua ad esprimersi in un desiderio che non ha trovato appagamento, nell’assistere alla gravidanza di altre e, soprattutto, nella crescita culturale di quelli che, di fatto, sono i figli degli altri. Rachel, infatti, è un’insegnante delle superiori, il cui compito è anche quello di seguire questi ragazzi da un punto di vista emotivo. In questo modo, dunque, sembra aver trovato una via alternativa per poter esprimere il suo senso materno e l’esigenza di accudimento.

Una scena di I figli degli altri
Vriginie Efira e Roschdy Zem in una scena di I figli degli altri (fonte: France 3 Cinéma)

Amare figli non propri, però, è sempre un grave rischio emotivo ed affettivo. Lo stesso che la donna sperimenterà sulla propria pelle nel momento in cui incontra e s’innamora di Ali. Insieme a lui, infatti, nella sua vita entra anche la piccola Leila. La figlia dell’uomo, infatti, ha solo quattro anni e questo coinvolgere immediatamente Rachel in una sorta di trasposizione materna. Fin dal loro primo incontro, dunque, si trasforma in una madre dolce, comprensiva e presente. Pronta a vestire pienamente tutti gli onori e la bellezza del ruolo. Si tratta, però, di un impegno a tempo. Di una sorta di scambio d’amore che non viene riconosciuto completamente e onorato nel giusto modo. Per le strutture sociali, infatti, Rachel non è la madre di Leila e, per questo motivo, si trova a dover fare dei passi indietro, soprattutto in occasioni ufficiali.

In questo modo, dunque, il film esplora il difficile universo delle famiglie allargate, dell’assunzione dei ruoli e di un amore che non nasce dalla genetica e dall’appartenenza fisica ma solo ed esclusivamente dal cuore. Un sentimento che, in nessun modo può e deve essere considerato secondario. Perché, alla fine, non esiste un unico modo per essere madre.

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