Il caso Spotlight, film del 2015 diretto da Tom McCarthy racconta la vera storia di un gruppo di giornalisti del The Boston Globe autori di un’inchiesta che portò alla luce uno scandalo pedofilia all’interno della chiesa americana. In particolare, i reporter individuarono il ruolo dell’arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto molti crimini sessuali avvenuti in diverse parrocchie di Boston.
L’opera narra in maniera dettagliata il lavoro dei cronisti di Spotlight, un team di giornalisti investigativi (il più longevo d’America) all’interno del The Boston Globe. Il leader è Walter Robinson (nel film Michael Keaton) che intravide nella storia di un sacerdote accusato di abusi su minori l’innesco di un’inchiesta da prima pagina, quella sul cosiddetto “Massachusetts Catholic sex abuse scandal”, che valse al team Spotlight nel 2003 il premio Pulitzer per il servizio pubblico.
Come nacque la squadra Spotlight? Da un’idea di Timothy Leland negli anni ’70. L’inchiesta del film, invece, nacque su intuizione di Martin Baron (Liev Schreiber), attualmente in pensione, ma poi passato alla direzione del Washington Post, che si interessò alla questione abusi già da tempo. E proprio grazie a un pezzo del Boston Globe letto quando era a Miami.
A incuriosirlo fu il fatto che la notizia fosse presente su un quotidiano locale, quindi con una minore risonanza. Quando lesse un altro articolo, a firma di Eileen McNamara (Maureen Keiller nel film), in cui si sottolineava che che la verità non sarebbe mai venuta a galla perché i documenti erano sigillati, la decisione fu presa. Una volta arrivato a Boston, premette affinché diventasse quello l’argomento della nuova inchiesta della squadra Spotlight.
L’indagine portò alle dimissioni di Law. Il quale, tuttavia, divenne arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Ottenendo di fatto una promozione sul campo.