“Tommy”, il film cult diretto da Ken Russell, compie 50 anni. Uscito il 26 marzo del 1975 è più che un’opera cinematografica, ma una vera esperienza sensoriale e visiva che esplora temi complessi come la disabilità, la celebrità e la ricerca di significato in un mondo caotico. Ispirato all’omonima opera rock degli Who del 1969, il film narra la storia di Tommy Walker, un bambino che, a seguito di un trauma infantile, perde l’udito, la parola e la capacità di comunicare con il mondo esterno. Tuttavia, Tommy sviluppa un’abilità straordinaria nel giocare a flipper, diventando una sorta di messia per i suoi coetanei. La sua fama cresce a dismisura, trasformandolo in una star acclamata e venerata, ma anche in un simbolo di alienazione e solitudine.
Ken Russell, col suo stile fantasmagorico, ha trasformato la narrazione in un tripudio di immagini surreali e simboliche, accompagnate dalla potenza della musica degli Who. Il film diventa così un’allegoria della società contemporanea, dove la celebrità e la fama possono portare all’isolamento e alla perdita di contatto con la realtà.
Cos’ha reso Tommy un film culto? Partiamo dal cast, un vero e proprio concentrato di talenti, che unisce icone del rock a grandi interpreti del cinema. Roger Daltrey, frontman degli Who è Tommy Walker, a cui dà corpo con intensità e magnetismo. Ann-Margret è la madre di Tommy. Oliver Reed è il patrigno di Tommy, un personaggio complesso e controverso che è origine del trauma di Tommy.
Ma come detto ci sono anche leggende della musica come Elton John, Eric Clapton e Tina Turner. Passando alla colonna sonora del film, tra i brani più memorabili, spiccano “Pinball Wizard”, interpretata da Elton John. La struggente “See Me, Feel Me”, cantata da Roger Daltrey, che esprime il desiderio di Tommy di comunicare e di essere compreso. E, infine, “Acid Queen” della strepitosa Tina Turner, un’esplosione di energia e sensualità, che accompagna la scena della “cura” di Tommy.
Pur non essendo ispirato a una storia vera, Tommy è comunque legato ad alcune esperienze autobiografiche dell’infanzia di Pete Townshend, chitarrista degli Who e ideatore dell’album.