Nel 1969, Dennis Hopper diventa il simbolo della controcultura degli anni ’60 girando e interpretando al fianco di Peter Fonda (e con la partecipazione di Jack Nicholson) il film Easy Rider. Il cult movie che ha segnato una generazione nasconde però una serie di eccessi e aneddoti che rendono la sua realizzazione tanto leggendaria quanto controversa.
Easy Rider è un film completamente indipendente, che è costato circa 40.000 dollari e ne guadagna 60 milioni, diventando uno dei più grandi successi commerciali del cinema indipendente. La produzione spartana costrinse il cast a soluzioni creative. Peter Fonda ha raccontato che spesso ha dovuto pagare con la sua carta di credito personale i costi di viaggio e di alloggio per la crew.
La scelta del cast non seguiva i canoni tradizionali di Hollywood. Alcuni degli attori (tra cui i due camionisti) vengono scelti tra gli abitanti del sud in cui vengono girate le scene, conferendo al film un realismo autentico che si riflette nella tensione palpabile di alcune sequenze.
Il vero scandalo del film riguarda l’uso massiccio di droghe durante le riprese. Racconta Peter Fonda:
“Tutti avevano le loro sostanze preferite sul set di Easy Rider. Dennis aveva l’alcol, Jack la marijuana e tutta la crew prendeva acidi“.
La scena più emblematica rimane quella del falò, dove Peter Fonda scherzò, forse, dichiarando che il numero di spinelli raggiunto da lui, Hopper e Nicholson nella scena del falò arrivò a ben 155. Jack Nicholson stesso ha confermato l’uso di marijuana vera durante le riprese, spiegando:
“Eravamo tutti strafatti la notte in cui abbiamo girato la scena del falò. Dopo le prime due riprese, il lavoro di recitazione si è invertito. Invece di essere sobrio e di dover recitare da fatto verso la fine, ero già fatto all’inizio dovendo recitare come sobrio“.
Una tecnica di recitazione decisamente non convenzionale che ha contribuito all’autenticità delle performance.
Nonostante le sostanza più pesanti come la cocaina e l’LSD che si vedono in scena non fossero vere, la marijuana lo era, creando un contrasto tra finzione cinematografica e realtà del set che ha reso ancora più autentica l’interpretazione degli attori.
Gli eccessi di Easy Rider vanno contestualizzati nell’epoca di riferimento. Era il 1969, e se cinquant’anni dopo può sembrare qualcosa di esagerato e fuori luogo, in quell’anno era praticamente la norma, soprattutto sul set di un film di quel tipo. Il film rappresentava la controcultura hippy e i suoi protagonisti incarnavano perfettamente quello spirito ribelle.