Eleonora Duse è stata semplicemente una delle più grandi attrici della storia del teatro mondiale, considerata da molti la migliore della sua epoca. Nata a Vigevano in Lombardia il 3 ottobre 1858, Eleonora Giulia Amalia Duse crebbe in una famiglia di attori. Suo padre Alessandro e suo nonno Luigi erano già artisti del teatro, originari di Chioggia, vicino Venezia. A soli quattro anni, la piccola Eleonora si unì alla compagnia teatrale di famiglia, iniziando così una carriera che l’avrebbe portata sui palcoscenici di tutto il mondo.
La sua infanzia fu segnata dalla povertà. La famiglia viaggiava di città in città con diverse compagnie teatrali per sopravvivere. Nonostante le difficoltà economiche, Eleonora dimostrò presto un talento straordinario per la recitazione.
Duse ottenne il suo primo grande successo interpretando ruoli resi famosi dalla celebre attrice francese Sarah Bernhardt, in particolare “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas figlio, dando il via a una rivalità che in qualche modo fece epoca. Nel 1893 iniziò una tournée che la portò in Sud America, Russia e Stati Uniti. Partì come un’attrice quasi sconosciuta, ma tornò riconosciuta come un genio del teatro.

Nel 1881 Eleonora Duse sposò Tebaldo Marchetti, padre della figlia Enrichetta Si separarono nel 1885, mentre erano in tournée in Sudamerica. Al suo ritorno fondò la propria compagnia teatrale, assieme al nuovo compagno Flavio Andò, assumendo anche i ruoli di direttrice e manager. Questo le permise di avere un controllo artistico completo sui suoi spettacoli.
Tra il 1887 e il 1894, Duse ebbe una relazione sentimentale con Arrigo Boito, il famoso poeta italiano che scrisse anche i libretti per le opere di Giuseppe Verdi (come “Otello” e “Falstaff”). La loro storia d’amore fu tenuta segreta, ma la loro corrispondenza è sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Nel 1895 incontrò Gabriele D’Annunzio, scrittore e poeta di cinque anni più giovane di lei. Con D’Annunzio, Duse ebbe sia una relazione amorosa che una collaborazione professionale molto intensa. Lo scrittore scrisse appositamente per lei quattro opere teatrali. Tuttavia, quando D’Annunzio decise di affidare il ruolo principale della sua opera “La città morta” a Sarah Bernhardt invece che a Duse, scoppiò una furiosa lite che mise fine sia alla loro relazione sentimentale che a quella professionale.
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, Duse era introversa e riservata, raramente rilasciava interviste e una volta disse a un giornalista che lontano dal palcoscenico “io non esisto”.
Ciò che rendeva unica Eleonora Duse era il suo approccio alla recitazione. La sua filosofia artistica consisteva nell’eliminare sé stessa per far emergere completamente il personaggio che interpretava. Non usava quasi mai il trucco, preferendo “truccarsi moralmente”, cioè permettere alle emozioni e ai sentimenti dei suoi personaggi di esprimersi attraverso il suo corpo.
La sua arte si basava su una naturalezza e non sugli effetti scenici tipici della tradizione teatrale dell’epoca. Nel 1909, Duse si ritirò dalle scene a causa dei problemi di salute che l’avevano accompagnata per tutta la vita adulta, principalmente disturbi polmonari aggravati dagli anni di continui viaggi e tournée.
Tuttavia, nel 1921, spinta da una crisi economica, tornò sul palcoscenico per una serie di spettacoli sia in Europa che in America. Durante il periodo di ritiro, nel 1916, girò un solo film, “Cenere”, diretto da D’Annunzio, ma fu molto delusa dal risultato e chiese agli amici di non vederlo.
Il 30 luglio 1923, Duse divenne la prima donna (e la prima italiana) ad apparire sulla copertina della neonata rivista “Time”, dimostrando quanto fosse famosa in tutto il mondo.
Eleonora Duse morì di polmonite il 21 aprile 1924 a Pittsburgh, negli Stati Uniti, all’età di 65 anni. Si trovava nella suite 524 dell’Hotel Schenley (ora parte dell’Università di Pittsburgh) durante il viaggio di ritorno da una tournée americana.
Il suo corpo fu trasportato a New York, dove rimase esposto per quattro giorni prima del funerale, poi fu riportato in Italia per un altro servizio funebre. Fu sepolta ad Asolo, in Veneto, dove aveva vissuto gli ultimi quattro anni della sua vita. La sua tomba era rivolta verso il monte Grappa come segno di omaggio ai giovani soldati che difesero l’Italia durante la Prima Guerra Mondiale.
Il regista Pietro Marcello ha dedicato a lei un biopic sui generis, Duse, con Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo della grande attrice. Il film mette a fuoco il difficile rapporto tra Duse e la figlia Enrichetta, interpretata da Noémie Merlant, e l’amicizia (forse un amore) con la sua assistente Désirée von Wertheimstein (Fanni Wrochna).