Il titolo del film Eyes Wide Shut, in italiano ha una traduzione che suona più o meno come: “Ad occhi spalancati, ma chiusi”; il significato dell’espressione inglese, infatti, ricalca e stravolge un comune modo di dire della lingua inglese, “eyes wide open”, traducibile in italiano con l’espressione idiomatica “ad occhi aperti”, per indicare la piena consapevolezza di un soggetto di fronte a una situazione che sta vivendo, oppure a un problema che si trovi ad affrontare. L’espressione “eyes wide shut” al contrario, indica quindi l’incapacità di una persona, nel pieno delle proprie facoltà, di capire o vedere qualcosa che gli si para davanti in tutta chiarezza. Questa incapacità può essere sia volontaria che involontaria, dettata dal desiderio di ignorare la realtà dei fatti per convenienza, o altrimenti scaturita da una mancanza di comprensione di ciò che accade. Ciò avviene a causa di preconcetti, pregiudizi o credenze errate.
Nel contesto del film, il significato del titolo si ricollega dunque all’incapacità di Bill di contemplare la possibilità che Alice, la propria moglie nutra un desiderio sessuale autonomo, separato dal matrimonio, e che di conseguenza possa avere fantasie sessuali su altri partner, reali o immaginari. Il confine labile tra sogno e realtà è uno dei temi centrali del film, e il titolo riecheggia in parte anche questa contrapposizione; da una parte, lo stato di veglia, e dall’altra, il momento in cui, dormendo, si sogna: alla fine del film, Bill confessa ad Alice tutte le sue avventure, scusandosi per averla fatta soffrire; lei gli risponde, rassicurandolo; in fondo non importa se quello che è successo faccia parte della realtà o sia solo un sogno; quello che conta è poter ripartire, con una nuova consapevolezza.
Frederic Raphael, che ha collaborato con Kubrick alla sceneggiatura del film, ha rivelato, in un’intervista al British Film Institute, come inizialmente, il titolo avrebbe dovuto essere diverso: “Quel titolo, Eyes Wide Shut, è stata un’idea di Stanley, arrivata così, in un baleno; io gli avevo proposto “Woman Unknown” (donna sconosciuta, ndr).