La fiction Folle d’amore: Alda Merini, diretta da Roberto Faenza, finisce con la morte della poetessa, circondata dalle sue quattro figlie. Ricoverata in ospedale a Milano per un sarcoma osseo, la donna, interpretata da Laura Morante, spira serenamente, fumando l’immancabile sigaretta. Il film televisivo, tratto dal libro di Vincenza Alfano, Perché ti ho perduto, racconta i momenti salienti della vita della grande artista, interpretata da Sofia D’Elia, Rosa Diletta Rossi e Laura Morante. Rispettivamente Alda Merini adolescente, adulta e in età matura.
Nata in un’umile famiglia milanese, Alda mostra da subito un grande talento per la poesia. Dopo la bocciatura al liceo classico viene spinta dallo studioso Giacinto Spagnoletti a non abbandonare questa strada. Appena adolescente intreccia una relazione sentimentale con il poeta Giorgio Manganelli e subito dopo con il premio Nobel Salvatore Quasimodo, entrambi sposati e molto più grandi di lei. Poi sposa Ettore Carniti e dopo i primi anni felici inizia a manifestarsi la sua malattia, con ogni probabilità un disturbo bipolare.
Dopo un primo crollo psicotico, Alda, già madre di due bambine, viene ricoverata in manicomio dove resterà 12 anni. Dà alla luce altre due figlie, l’ultima delle quali nata proprio in manicomio, concepita durante un permesso concessole. Dopo la morte del primo marito, recuperata una certa serenità, si lega al medico e poeta Michele Pierri, trasferendosi a Taranto.
Di nuovo vedova, Merini torna a Milano dove vive quasi da indigente, senza pubblicare da tempo. Negli anni ’90 stringe amicizia con Arnoldo Mosca Mondadori che negli ultimi tempi della sua vita diventa un buon confidente della poetessa. I due si incontrano nella prima scena del film, durante un reading in cui Merini vende i suoi libri per mille lire ciascuno.