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Home » Spettacolo » Il Mostro di Firenze: Netflix riapre il caso nei luoghi esatti dove colpì il serial killer che l’Italia non ha mai dimenticato

Il Mostro di Firenze: Netflix riapre il caso nei luoghi esatti dove colpì il serial killer che l’Italia non ha mai dimenticato

Il Mostro, la miniserie di Sollima sul serial killer di Firenze racconta gli otto delitti ed i diciassette anni di terrore irrisolto.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti23 Ottobre 2025Aggiornato:23 Ottobre 2025
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uno scorcio di Firenze
uno scorcio di Firenze (fonte: Unsplash)
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Dal 22 ottobre 2025 è disponibile su Netflix Il Mostro, una miniserie italiana in quattro episodi che riporta alla memoria uno dei capitoli più oscuri della cronaca nera nazionale. La produzione, diretta da Stefano Sollima e presentata in anteprima mondiale all’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ripercorre la vera storia del Mostro di Firenze, il primo serial killer italiano che tra gli anni Sessanta e Ottanta seminò il terrore nelle campagne toscane.

Otto duplici omicidi, diciassette anni di paura collettiva e la stessa arma utilizzata in ogni delitto: una Beretta calibro 22. Questi sono i dati agghiaccianti di una vicenda che ha segnato profondamente l’immaginario italiano e che ancora oggi rimane irrisolta. Nonostante sia stato tracciato un profilo dell’assassino e condotte indagini tra le più lunghe e complesse nella storia del paese, il nome del vero colpevole resta sconosciuto.

Una scena notturna di Il Mostro di Firenze
Una scena notturna di Il Mostro di Firenze (fonte: Netflix)

La miniserie, ideata da Sollima insieme a Leonardo Fasoli, creatore di Gomorra – La serie, si concentra principalmente sulla pista sarda emersa durante le indagini, raccontando la storia dal punto di vista dei probabili mostri che furono individuati nel corso degli anni. Questo approccio narrativo offre allo spettatore un viaggio psicologico nell’animo umano, trasformando la cronaca in un racconto profondamente angosciante ma autentico.

Ma ciò che rende Il Mostro particolarmente rilevante dal punto di vista cinematografico è la scelta di mantenere un legame indissolubile con le location autentiche dove si svolsero i fatti. Le riprese si sono infatti concentrate principalmente in Toscana, con un’attenzione speciale alla città di Firenze, per garantire una rappresentazione il più possibile fedele alla realtà storica.

Nel centro storico del capoluogo toscano sono state girate numerose scene chiave, toccando luoghi iconici come via Ghibellina, viale della Giovine Italia, via delle Conce, via dei Conciatori, via del Proconsolo, piazza San Firenze, via dell’Anguillara e il Cimitero di Trespiano. Ognuno di questi spazi urbani è stato scelto non per ragioni estetiche, ma per la sua connessione diretta con gli eventi narrati.

Anche altri comuni toscani hanno ospitato le riprese, tra cui Signa, Mercatale Val di Pesa, San Casciano in Val di Pesa e Campi Bisenzio. Particolarmente significativa è la scena girata a Mercatale Val di Pesa, dove è stata ricostruita la perquisizione nell’abitazione di Pietro Pacciani, uno dei principali sospettati del caso e figura centrale nella pista investigativa seguita dalla giustizia italiana.

La produzione non si è limitata alla Toscana. Alcune sequenze sono state girate nel Lazio, in località come Testa di Lepre, frazione di Fiumicino, Ronciglione e altre aree della Tuscia. Anche i dintorni dei Castelli Romani hanno fatto da sfondo a diverse scene, con il centro storico di Marino utilizzato come set per ricreare atmosfere dell’epoca.

Durante la conferenza stampa alla Mostra del Cinema di Venezia, Sollima, il co-creatore Leonardo Fasoli e il consulente storico Francesco Cappelletti hanno sottolineato come l’utilizzo di location autentiche legate ai fatti abbia contribuito a conferire alla serie un forte senso di veridicità. Le campagne intorno a Firenze, i tribunali e i luoghi storici della città non sono semplici scenografie, ma testimoni silenziosi di una tragedia collettiva.

La fedeltà estrema ai documenti storici, infatti, rappresenta il pilastro portante dell’intera produzione. Ogni dettaglio posizionato nelle stanze, ogni dinamica dei delitti, ogni colorazione degli interni si affida a perizie medico-legali e balistiche che gli autori hanno studiato meticolosamente. Documenti su documenti, interviste ai protagonisti reali di questi eventi e una volontà ferrea di ricostruire un racconto chiaro e rispettoso hanno guidato il lavoro del team creativo.

Questo rigore non è casuale: la serie vuole essere anche un monito per riaprire una riflessione ancora attuale. Si tratta infatti di delitti basati su una violenza di genere, indirizzata ferocemente verso le donne, un tema che continua a essere drammaticamente presente nella società contemporanea.

 

 

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