Arriva nelle sale italiane Kneecap, il film che racconta l’incredibile (e vera) storia dell’omonimo trio rap di Belfast. Ma definirlo un semplice biopic musicale sarebbe un errore grossolano. Questa pellicola è una bomba satirica, un atto d’accusa feroce contro il colonialismo britannico, una dichiarazione d’amore alla lingua irlandese e, insieme, un ritratto caotico e geniale di una generazione cresciuta sotto controllo, ma mai domata. È un film che fa ridere, pensare, e arrabbiare – spesso nello stesso minuto.
Diretto da Rich Peppiatt, Kneecap è interpretato dai veri protagonisti: Móglaí Bap, Mo Chara e DJ Próvaí. I tre rapper interpretano sé stessi in una narrazione che alterna momenti inventati a episodi realmente accaduti, restituendo con lucidità e ironia il percorso che li ha portati a diventare il gruppo più radicale e censurato d’Irlanda. La loro arma principale è il gaelico, lingua vista per anni come antiquata o relegata ai banchi di scuola, che loro hanno riportato in strada, nelle rime, nei club, facendone un simbolo di resistenza e identità.
Il film nasce dopo che Peppiatt, ex giornalista inglese, assiste a un loro concerto. Capisce subito che quella dei Kneecap non è solo una storia musicale, ma politica, linguistica, sociale. Così costruisce, con la loro collaborazione, una narrazione ibrida: a tratti allucinata e surreale, a tratti brutalmente vera. Alcune scene sembrano inventate, ma sono invece reali: su tutte, il battesimo di uno dei protagonisti avvenuto sotto stretta sorveglianza della polizia nordirlandese, e la storia personale di DJ Próvaí, ex professore di gaelico che abbandona la carriera accademica per diventare il motore musicale e ideologico della band. Una trasformazione tanto silenziosa quanto radicale.
Kneecap – parola che vuol dire rotula si riferisce sia alla punizione a cui i paramilitari dell’IRA sottoponevano i criminali (sparavano alle ginocchia), che a un modo di dire gaelico – ha debuttato al Sundance Film Festival 2024, diventando il primo film in lingua gaelica selezionato nella storia del festival. Ha vinto il Premio del Pubblico nella sezione NEXT e da allora è stato proiettato nei principali festival internazionali, ricevendo consensi entusiasti dalla critica. In Italia arriva grazie a Europictures e sarà disponibile anche in versione originale (gaelico e inglese) con sottotitoli: una scelta caldamente consigliata per cogliere a pieno la forza autentica del linguaggio e del ritmo dei protagonisti.
Ma Kneecap è molto più di un’opera cinematografica. È un vero e proprio caso politico. Negli ultimi anni, il gruppo è stato censurato dalla radiotelevisione pubblica irlandese RTÉ, escluso da numerosi festival in Irlanda del Nord, attaccato da esponenti unionisti e osteggiato dai media britannici. E la lista delle censure internazionali continua ad allungarsi: dopo le polemiche per i loro gesti di solidarietà verso la Palestina, i Kneecap sono stati banditi da eventi in Austria, Ungheria e Stati Uniti.
In particolare, al Glastonbury Festival 2025, durante il live hanno proiettato sul palco “Free Palestine” e “Fuck Israel”, scatenando un’ondata di critiche. Mo Chara è attualmente sotto processo a Londra per aver sventolato una bandiera di Hezbollah durante un’esibizione. A seguito dell’incidente, l’intero tour americano è stato cancellato per la revoca dei visti da parte delle autorità statunitensi. Il gruppo ha denunciato più volte quello che definisce un vero e proprio boicottaggio politico e culturale, ribadendo che non intende fare marcia indietro.

Il film viene raccontato con tono ironico e provocatorio, senza mai perdere lucidità. La Belfast che ne emerge è una città ancora segnata dalle ferite del conflitto, in cui la polizia continua a sorvegliare, in cui parlare gaelico è ancora un atto politico, e dove la lotta per l’autodeterminazione culturale non si è mai davvero fermata. E poi ci sono le droghe. Buckfast, acidi, canne: Kneecap non si fa scrupoli a rappresentare anche questo aspetto della scena giovanile nordirlandese. La droga non viene mai glamourizzata, ma è parte integrante del caos, della rabbia, dell’evasione e della creatività che attraversa ogni angolo del film. Non è una narrazione pulita o rassicurante, ed è proprio questa la sua forza.
Kneecap è una commedia volgare e brillante, piena di trovate assurde e momenti lirici. È un ritratto autentico di una generazione che ha fatto della provocazione una forma di sopravvivenza e della musica un’arma politica. È un film che parla di colonialismo, linguaggio, censura, giustizia, amicizia, eredità, droga, rabbia e libertà. E lo fa con una lucidità rara e uno stile che rifiuta qualsiasi compromesso.
In un panorama culturale sempre più addomesticato, Kneecap è una scossa elettrica. Un film che disturba, diverte e lascia il segno. Non è per tutti, ma è esattamente ciò di cui c’è bisogno oggi: una voce fuori dal coro, in gaelico, urlata in faccia al mondo.
Kneecap è al cinema in Italia da oggi, 28 agosto. Guardatelo in lingua originale. E preparatevi a non dimenticarlo.