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Home » Spettacolo » La dea Fortuna, qual è la spiegazione del finale del film di Ferzan Özpetek?

La dea Fortuna, qual è la spiegazione del finale del film di Ferzan Özpetek?

Ecco la spiegazione del finale di Le dea Fortuna, film di Ferzan Özpetek che parla di famiglie e amore incondizionato.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino19 Giugno 2024Aggiornato:19 Giugno 2024
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La dea Fortuna
I protagonisti di La dea Fortuna (fonte: Warner Bros.)
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Con La dea fortuna Ferzan Özpetek rielabora un fatto privato della sua vita, trasformandolo in un racconto universale sull’amore e il senso della famiglia. Uscito nel 2019, il film è la storia di Annamaria, interpretata da Jasmine Trinca, del suo migliore amico Alessandro (Edoardo Leo) e del di lui compagno Arturo (Stefano Accorsi). I tre stringeranno un patto per dare ai figli di Annamaria, Martina e Sandro, un porto sicuro nel momento più duro della vita. Ovvero quando la loro mamma muore a causa di una malattia. Saranno proprio Alessandro e Arturo ad adottare i figli di Annamaria, risolvendo oltretutto la propria crisi di coppia che stavano attraversando. Insieme, dunque, si affideranno al rituale della Dea Fortuna, che la donna ha insegnato loro.

“La Dea Fortuna è un segreto, un tocco magico. Come fai a tenere sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, rubi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi e lui ti scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà sempre con te!”

Così, nella scena finale del film, Arturo, Alessandro, Martina e Sandro fanno un bagno in mare. Guardano fisso il volto della persona che vogliono al loro fianco per sempre. Poi, chiusi gli occhi, li riaprono affinché quell’immagine scenda fino al cuore. Sandro e Martina lo eseguono rivolgendosi alla coppia. Arturo e Alessandro lo fanno tra di loro.

In questo epilogo dunque c’è una nuova famiglia che nasce a dispetto di tutto, segnata solo dal profondo amore che quattro persone provano le une per le altre. Come detto, La dea Fortuna è ispirato liberamente alla vera storia della cognata di Özpetek che, vedova da poco, aveva proprio pensato a Ferzan come tutore legale dei figli, nel caso le fosse successo qualcosa.

Proprio come fa Annamaria che, una volta scoperta la sua malattia, si rivolge alle due persone che potrebbero garantire ai suoi figli affetto incondizionato. Quello di Annamaria è un gesto di amore assoluto, fatto per proteggere Martina e Sandro da una nonna violenta e crudele (Barbara Alberti), che l’aveva sempre osteggiata. Insomma, una vera famiglia non nasce necessariamente dai legami di sangue, ecco il cuore del film.

Il film è stato un grande successo e ha ottenuto anche due premi David di Donatello. Uno a Jasmine Trinca per la migliore interpretazione femminile, l’altro a Diodato per la canzone Che vita meravigliosa.

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