La zona d’interesse finisce con il severo Rudolf Höss (Christian Friedel), comandante in capo del campo di concentramento di Auschwitz, che si trova a Berlino in occasione di una festa in suo onore per il lavoro svolto nel luogo degli orrori. Poco dopo la fina della festa, Rudolf confessa al telefono a sua moglie Hedwig (Sandra Huller) di aver trascorso tutto il suo tempo lì a pensare al modo più efficiente per gasare gli ospiti della festa. Mentre Höss lascia il suo ufficio di Berlino scendendo le scale, si ferma, ha degli improvvisi conati di vomito ripetuti ed infine fissa l’oscurità. Stacco, ci troviamo al giorno d’oggi, dove un gruppo di custodi ed inservienti pulisce i cimeli e le vetrine del Museo di Auschwitz-Birkenau . Nuovo stacco: torniamo al 1943, e seguiamo infine Rudolf Höss scendere le scale, verso un’oscurità sempre più buia.
Il finale spiazzante de La zona d’interesse racchiude in maniera agghiacciante tutto il senso di questo straordinario film scritto e diretto da Jonathan Glazer: la banalità del Male che ha albergato nel cuore di centinaia di gerarchi ed ufficiali nazisti pronti a tutto, anche agli orrori più indicibili, per non cadere vittime della ferocia della burocrazia di Hitler e di mantenere un equilibrio famigliare quantomeno idillico. Un idillio perverso, perché costruito letteralmente a distanza di un muro di cinta dal campo di concentramento di Auschwitz, dove la popolazione ebraica veniva lentamente sterminata.
La zona d’interesse è un film di Jonathan Glazer presentato in anteprima mondiale al 76° Festival di Cannes, dove ha ottenuto il Grand Prix della Giuria. In seguito, il successo di critica dello scioccante film sull’Olocausto distribuito in Usa da A24 si è tramutato in apprezzamento di pubblico, tanto che ha ricevuto 5 candidature all’Oscar. In Italia, il film arriva nelle sale cinematografiche con la distribuzione di I Wonder Pictures, da giovedì 22 febbraio.