In seguito alla cerimonia funebre, svoltasi in forma strettamente privata, Lucio Battisti fu sepolto, nel settembre 1998, presso il cimitero di Molteno, un piccolo comune del lecchese. Quindici anni dopo però, la salma fu cremata a San Benedetto del Tronto e le ceneri furono poi trasportate a Rimini e affidate alla famiglia, Di seguito ripercorriamo il lungo ultimo viaggio delle spoglie del cantautore e le motivazioni alle basi di queste scelte.
Alla morte di Battisti, tanta fu la riservatezza imposta dalla famiglia, e in particolare dalla vedova Grazia Letizia Veronese, sulle reali condizioni di salute del cantautore, che a tutt’oggi le cause del suo decesso non sono note ufficialmente. L’attività di protezione operata da Veronese nei confronti della persona e della memoria di Battisti continuò ben oltre la sua stessa morte. Nel 2006, infatti, allo stesso comune di Molteno fu negata l’autorizzazione ad organizzare una serata celebrativa dell’opera di Battisti, che si sarebbe dovuta intitolare “Un’avventura”; le autorità comunali fecero ricorso contro la decisione, avendo la meglio. Veronese, per tutta risposta, predispose allora il trasferimento dei resti del marito dalla Lombardia a San Benedetto del Tronto, dove risiedeva, con la successiva intenzione di procedere alla cremazione.
Ha così inizio l’incredibile viaggio senza pace delle spoglie mortali di uno dei più grandi cantautori italiani verso la sua ultima destinazione. A raccontare quel fatidico momento, in una cronaca dai toni surreali, è il Resto del Carlino del 9 settembre 2013:
All’arrivo del feretro, una cassa di legno bianco, trasportata da un autista della Humanitas Onoranze Funebri di Rimini (non c’era nessun familiare al seguito e solo per un errore lampante una coppia è stata presa per la moglie di Battisti e un conoscente), con un pullmino Renault Traffic metalizzato, intorno alle 9, i dipendenti del civico cimitero si sono fatti in quattro per coprirla con degli immensi cartoni. Alle ore 9,30 – 35, il feretro è stato quindi traslato nella sala del commiato sempre copertissimo dalla sorta di separé e solo dopo averlo ‘ripulito’ dallo zinco inquinante, è stato inserito nel forno interno alle ore 10.20.
Tutto, come detto, condotto nella più assoluta segretezza, per timore che qualche fan avventuroso potesse fotografare la bara: “La direzione del cimitero di San Benedetto, per evitare che dalle minacce si potesse passare alla querela all’Amministrazione comunale, “per aver fatto fotografare la bara di Lucio Battisti”, ha chiuso con lucchetti e con doppia mandata i cancelli e le porte di ingresso della zona nord del cimitero, nonostante la chiara scritta sul cartello di ingresso: ‘Orario di apertura al pubblico dalle ore 7 alle 19,30’. Alle giuste e giustificate contestazioni, il direttore Cameli ha risposto così: “Abbiamo circoscritto una zona di 20 metri quadri“.
Successivamente, le ceneri del cantautore avrebbero dovuto essere condotte nel cimitero di Rimini, proprio secondo le volontà di Veronese; la vedova avrebbe poi però deciso di conservarle con sé in un luogo non divulgato, come spiega sempre il Carlino del 13 settembre 2013: “Il clamore di questi giorni, la paura di vedere la nuova tomba a Rimini trasformata in una meta di pellegrinaggio per curiosi e appassionati, hanno spinto la famiglia a evitare una nuova sepoltura. Le ceneri di Lucio, cremato ieri a San Benedetto proprio nel giorno in cui ricorreva il quindicesimo anniversario dalla sua morte, resteranno con Grazia Letizia“.