Mario Brega è stato uno dei caratteristi italiani più noti e amati. Comparsa in tanti b-movies italiani e nei film di Sergio Leone, a cui portava intere casse di frutta, da bravo lavoratore ai Mercati Generali, il romanissimo Brega ha vissuto una seconda giovinezza professionale grazie a Carlo Verdone.
Verdone lo incontra per la prima volta a casa di Leone, mentre stava lavorando col grande regista al suo debutto, il cult movie Un sacco bello del 1980. Ed è amore a prima vista. I modi spiccioli di Brega lo conquistano all’istante e gli affida la parte del padre di Ruggero, chiamando il personaggio proprio come lui. Un uomo tracotante, violento e pesante, che non riesce proprio a capire quel figlio hippy che vive in una comune in Toscana con altri scapestrati come lui.
Una delle battute chiave del film è quella del “comunista così“. Nel salotto di casa Brega va in scena lo psicodramma di un uomo che risponde in malo modo alla ragazza del primogenito, Fiorenza, che l’accusa di essere “fascio“. Brega risponde mostrando non uno, ma due pugni chiusi.
Intervistato da Il Fatto Quotidiano Carlo Verdone ha raccontato che girare la scena sia stato più faticoso del previsto. Perché Brega era in realtà un vero uomo di destra (estrema).
“Le sue idee politiche si avvicinavano lì, soprattutto per tradizione familiare: il padre, da sportivo, per una medaglia aveva ricevuto l’encomio del Duce. Non fu semplice convincerlo avrebbe preferito il braccio teso. Alla fine si arrese, con la frase: ‘Va bene, accetto, ma la giro comunque a modo mio’“.
Mario Brega lavorò con Verdone anche in Bianco, rosso e Verdone, dove interpretò il principe dei camionisti. E naturalmente in Borotalco, dove magnificò in maniera unica le qualità delle olive greche.
Per il celebre monologo in cui “minaccia” il protagonista, invitandolo a sposare la figlia Rossella quanto prima, Brega riutilizzò un fatto realmente avvenuto in carriera. Ovvero la lite con Gordon Scott sul set di Buffalo Bill. Una discussione sfociata in una vera scazzottata che è servita, anni dopo, a fargli da ispirazione per la sequenza, improvvisata.