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Home » Spettacolo » “Non ero più io”: Victoria Beckham racconta la sua lenta autodistruzione nel documentario Netflix

“Non ero più io”: Victoria Beckham racconta la sua lenta autodistruzione nel documentario Netflix

Victoria Beckham si confessa nel documentario Netflix: crisi finanziaria, disturbi alimentari e momenti bui che hanno messo a rischio tutto.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene10 Ottobre 2025
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Victoria Beckham
Victoria Beckham (fonte: Netflix)
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Il documentario Netflix dedicato a Victoria Beckham ha svelato un lato della stilista che in pochi conoscevano, demolendo l’immagine di algida perfezione che l’ha accompagnata per anni. Attraverso tre episodi intensi, l’ex Posh Spice ha deciso di mettersi completamente a nudo, rivelando fragilità, errori e momenti di profonda crisi che hanno segnato la sua vita personale e professionale.

La confessione più scioccante riguarda le spese fuori controllo che hanno quasi mandato in bancarotta sia la sua azienda di moda, lanciata nel 2008, sia il matrimonio con David Beckham. Victoria ha ammesso di aver speso 70mila dollari all’anno esclusivamente per le piante, arrivando persino ad assumere un dipendente pagato 15mila dollari con l’unico compito di annaffiarle. Un eccesso che oggi la fa inorridire: “Quando ci ripenso mi vergogno. La gente aveva paura di dirmi di no. È il potere della celebrità”.

David Beckham, visibilmente provato nel ricordare quel periodo, ha raccontato: “Era decine di milioni in rosso. Quando è venuta a dirmi che l’azienda aveva bisogno di più soldi è stato difficile per entrambi”. L’ex calciatore ha ammesso di essere andato nel panico quando ha scoperto quanto aveva investito nell’impresa della moglie senza vedere alcun ritorno. All’inizio della loro storia, ricorda David, quella ricca fra i due era lei, ma gli eccessi minacciavano di travolgere anche lui.

Victoria ha descritto quegli anni come i più bui della sua vita: “Ho quasi perso tutto. Piangevo ogni giorno prima di andare al lavoro. La situazione peggiorava sempre di più”. Solo nel 2017 l’azienda è stata salvata grazie all’arrivo di un socio, David Belhassen, che quando ha visto i libri contabili stava quasi per rinunciare all’investimento. “Victoria, dobbiamo cambiare tutto, ristrutturare il business, sarà doloroso”, le disse, avviando una radicale trasformazione che ha permesso al marchio di sopravvivere.

Il documentario affronta anche la pressione psicologica subita durante la reunion delle Spice Girls nel 2008. Victoria rivela che David usò un vero e proprio “ricatto emotivo da genitore”, facendola sentire in colpa come madre: “Mi diceva che era importante per i bambini vedermi fare una cosa del genere”. L’ex calciatore spiega che i figli non erano nati quando la loro mamma era un’icona della musica pop, e voleva che vivessero quell’esperienza. Ma proprio durante quel tour Victoria capì che non apparteneva più al palco: “È stato divertente, ma non era più quello che amavo fare”.

Una frase di Mel B dopo quella decisione la ferì profondamente: “Disse che non dovevo dimenticare da dove venivo. Ma io non l’ho mai dimenticato, so che quella Posh Spice è la ragione per cui sono qui adesso”.

Victoria Beckham con Mel C ed Emma Bunton alla presentazione ufficiale della serie Netflix
Victoria Beckham con Mel C ed Emma Bunton alla presentazione ufficiale della serie Netflix (fonte: Il Fatto Quotidiano)

Tra le rivelazioni più intense c’è la confessione sui disturbi alimentari, tenuti nascosti anche alle persone più vicine per anni. “Non sapevo più cosa vedevo quando mi guardavo allo specchio: ero grassa? Ero magra? Avevo perso il senso della realtà”, racconta Victoria. La pressione mediatica l’aveva spinta a controllare in modo ossessivo gli unici aspetti della sua vita di cui poteva avere il controllo: il peso e l’abbigliamento.

Il problema era iniziato da adolescente, quando un insegnante alla scuola di teatro le aveva fatto notare che era sovrappeso e meno bella di altre. Ancora oggi Victoria mantiene un rapporto complicato con il cibo. Nel documentario, quando David le offre un cioccolatino, la sua risposta è lapidaria: “Non tocco cioccolato dagli anni Novanta, non comincerò adesso”.

Victoria ammette anche alcuni scivoloni dettati dall’ego, come quando Donatella Versace le mise a disposizione un volo privato per Milano e la ospitò nella sua boutique, invitandola a scegliere quello che voleva. Victoria scelse un abito e poi chiese di modificarlo completamente: “Praticamente ho ridisegnato l’intero vestito. Non posso credere di averlo fatto. Sono stata davvero maleducata”. Donatella, che appare nel documentario, ammette di essersi sorpresa molto: “Come si permette? Anche se devo dire che le stava meglio come lo aveva modificato. Conosce il suo corpo”.

La stilista riconosce anche di aver cercato l’attenzione pubblica in modi eccessivi, come durante i Mondiali in Germania nel 2006, quando sugli spalti sfoggiava look appariscenti: “Le tette enormi, tutti quei capelli. A essere sincera cercavo attenzione. Non mi sentivo realizzata dal punto di vista creativo. Mi stavo cercando, mi sentivo incompleta, triste, congelata nel tempo”.

Un altro momento toccante riguarda la prima gravidanza, avvenuta nel bel mezzo del tour mondiale con le Spice Girls. Victoria ricorda il caldo di Miami ad agosto, la tutina nera in PVC che doveva indossare nonostante la pancia crescente e il secchio accanto al palco per quando aveva la nausea. “A un certo punto ho detto al direttore del tour che non ce la facevo a continuare. Mi rispose: ci sono solo 102 show da fare”.

Il documentario Netflix rappresenta un momento di svolta per Victoria Beckham. Da donna descritta come algida e distaccata, emerge il ritratto di una persona che ha lottato contro i suoi demoni interiori, gli eccessi della celebrità e la pressione di un’immagine pubblica opprimente. Una donna che, ammettendo i propri errori, cerca finalmente di riconciliarsi con se stessa e con il pubblico che l’ha seguita per oltre tre decenni.

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