Non odiare finisce con il chirurgo Simone Segre che prova un grande senso di colpa dopo non aver soccorso Simone. A questo punto, decide di rintracciare la sua famiglia, composta dalla figlia maggiore di nome Marica, un bambino di nome Paolo e un adolescente neonazista. A questo punto, sceglie di prendersene cura assumendo la figlia dell’uomo defunto come collaboratrice domestica.
Simone Segre (Alessandro Gassman), un noto chirurgo di origine ebraica, vive nel cuore di Trieste: conduce una vita tranquilla e stabile. Per anni, i difficili conflitti con il padre, un sopravvissuto ai campi di concentramento recentemente scomparso, lo hanno portato a prendere le distanze da lui. Mentre rema, Simone soccorre un uomo coinvolto in un incidente stradale, ma quando scopre un tatuaggio nazista sul suo petto, lo abbandona al suo destino. Nei giorni successivi, il senso di colpa per la morte dell’uomo affiora e lo porta a seguire la famiglia del neonazista, che vive in un quartiere popolare. Una sera, Marica (Sara Serraiocco), la figlia di Simone, bussa alla porta di Simone, presentandole inconsapevolmente i debiti da saldare.
Per il suo primo lungometraggio, Mauro Mancini si è ispirato a un fatto di cronaca del 2010 avvenuto nella cittadina tedesca di Paderbom. Un chirurgo ebreo si è rifiutato di operare un uomo con un tatuaggio nazista ed è stato sostituito da un collega. Presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia, Non odiare è il primo lungometraggio di Mauro Mancini. Prima di scrivere e dirigere questo film, il regista ha esordito nel 2005 con il cortometraggio Il nostro segreto e ha continuato a lavorare su altri cortometraggi, oltre che nel campo della televisione e della pubblicità.