Nel finale di Notting Hill, il timido e goffo William Tacker (Hugh Grant) prova a riconquistare l’amore di Anna Scott (Julia Roberts), durante una conferenza stampa, dicendo: “Se il signor Tacker capisse di essere stato un cazzone avariato e si mettesse in ginocchio e la supplicasse di ripensarci, potrebbe lei in quel caso…..ripensarci?” Con queste parole, nella sala di un hotel gremita di giornalisti, dunque, mette da parte le incertezze e dichiara tutto il suo amore all’attrice.
Da parte sua Anna risponde con l’intenzione di rimanere a Londra “Indefinitivamente”. In quel momento nella sala conferenze si scatena un tripudio di flash e domande dopo aver compreso che i due sono innamorati. Un primo piano sull’inconfondibile sorriso di Julia Roberts, poi, porta verso la loro vita futura: il matrimonio, il red carpet di una premiere e un pomeriggio assolato all’interno di una giardino segreto dove William legge ed Anna risposa accanto a lui in attesa del loro primo figlio.
Questo è il finale di Notting Hill, un film che ha segnato un epoca ed ha definito in modo netto il concetto stesso di romanticismo nel 1999. Dopo il grande successo ottenuto con Quattro matrimoni e un funerale, Richard Curtis ci riprova e realizza la sceneggiatura di una storia tanto impossibile quanto probabile. A dirigere il film è Roger Michell ma ha creare la magia è l’accoppiata Grant/Roberts. Oltre all’inconfondibile scenografia di uno dei quartieri più simbolici di Londra.
Da quel momento, infatti, nel pubblico si scatena una vera e propria Notting Hill mania, portando gruppi di turisti alla ricerca della famosa The Travel Bookshop di William Thacker, dove i due protagonisti s’incontrano per la prima volta. Una frenesia che, ad oggi, ancora non va scemando ma, se possibile, è stata confermata da altri successi cinematografici firmati sempre da Curtis.