Fabrizio De André, uno dei cantautori e poeti più influenti della musica italiana, è conosciuto anche con il soprannome di Faber. Questo appellativo, ormai entrato nell’immaginario collettivo, ha un’origine precisa legata sia alla sua personalità che all’amicizia con Paolo Villaggio. È proprio lui, infatti, che lo chiama per la prima volta così. I due, genovesi purosangue, si conoscono a Cortina, nel 1948, in vacanza, e stringono subito un rapporto di amicizia destinato a durare negli anni. Insieme scrissero anche Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers. De André aveva appena otto anni, Villaggio sedici.
Il comico, noto per il suo umorismo e per la sua capacità di giocare con le parole, attribuisce a De André questo nome per due motivi principali: l’amore per la cancelleria e le matite di Faber-Castell che De André usava per disegnare e colorare. E per il legame con la parola latina faber, il cui significato è artigiano, costruttore o creatore.

Un termine, questo, adatto a De André, che, attraverso le sue canzoni ha costruito veri e propri affreschi poetici. Per questo motivo Faber è diventato, con il tempo, un vero e proprio segno distintivo di De André. Il cantautore lo ha adottato con naturalezza, e il pubblico ha iniziato a identificarlo con questo nome. Anche grazie all’assonanza con Fabrizio. Paolo Villaggio dirà poi: “Io e Fabrizio eravamo, direi senza saperlo, due veri creativi e lo abbiamo poi dimostrato nella vita“.