Il 12 luglio 1880 nasceva a Lousiville Tod Browning, uno dei registi americani più originali della storia, specializzato in horror di culto, come Dracula e La bambola del diavolo. Il suo film più celebre, però, è senz’altro Freaks, capolavoro horror grottesco e sottilmente disturbante. Data la sua particolarità – nel cast c’erano veri “fenomeni da baraccone” – l’opera del 1932 ha avuto una gestazione piuttosto travagliata. E solo dopo anni dall’uscita ha avuto gli onori che meritava. Il film ha subito diversi tagli, in particolare nel finale che vediamo pesantemente condensato. Il finale originale, per esempio, mostrava nel dettaglio l’accanimento dei freaks su Cleopatra, mutilata orribilmente e trasformata in donna-volatile. C’era anche la scena dell’evirazione di Hercules da parte dei circensi, punizione massima per un uomo che aveva fatto della forza mascolina il suo simbolo. L’uomo, in sovrappeso, dovette cantare in falsetto, indossando uno smoking.
Tutto è stato edulcorato per volere di MGM, che ha voluto anche un epilogo più “dolce” con la riunione di Frieda e Hans.
Di cosa parla Freaks? Tratto dal romanzo di Tod Robbins, Spurs, il film racconta la vita di un gruppo di fenomeni da baraccone che vivono e lavorano in un circo. Il nano Hans, pur fidanzato con la piccola Frieda, si innamora perdutamente della trapezista Cleopatra. La quale, legata invece al forzuto Ercole, vuole solo mettere le mani sull’eredità di Hans. Lo sposa quindi con il desiderio di ucciderlo e intascare i soldi. Quando il piano viene scoperto dagli amici del nano, che si vendicano dei due con grande furia.
Il film, come detto, ebbe anche una distribuzione accidentata. Si parlava di numerosi casi di svenimenti e malori alle proiezioni. Si dice che una donna abbia avuto anche un aborto spontaneo dopo la visione del film. Che fu vietato in molti stati, come la Germania e il Regno Unito, dove tornò visibile solo dal ’64. In Italia Freaks approdò direttamente in TV il 6 settembre 1983. Per poi essere distribuito nei cinema dalla Cineteca di Bologna, nel 2016.