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Home » Spettacolo » Quando ci fu il primo Concertone del Primo Maggio?

Quando ci fu il primo Concertone del Primo Maggio?

Torniamo indietro nel tempo alla prima edizione del Concerto del Primo Maggio, diventato in poco tempo una vera e propria istituzione.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene1 Maggio 2025
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Un'immagine del Concertone del Primo Maggio, con la Basilica di San Giovanni in Laterano sullo sfondo
Un'immagine del Concertone del Primo Maggio, con la Basilica di San Giovanni in Laterano sullo sfondo (fonte: endofacentury.it)
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Il 1° maggio di ogni anno Piazza San Giovanni in Laterano a Roma si trasforma in un oceano di musica e passione: è il Concerto del Primo Maggio, un festival che celebra la Festa dei Lavoratori con artisti di generazioni diverse, dai pionieri del rock italiano alle stelle della scena indie. Organizzato dai sindacati CGIL, CISL e UIL, questo evento è molto più di un semplice concerto: è un simbolo di lotta, solidarietà e cultura. Ripercorriamone la storia partendo proprio dal primo Concertone, tenutosi nel 1990.

Il 1° maggio 1990, appunto, si fece a Roma un esperimento audace: i tre principali sindacati italiani avevano deciso di celebrare la Festa dei Lavoratori con un grande evento musicale che unisse l’impegno sociale alla potenza della musica. Piazza San Giovanni, con la sua maestosa Basilica sullo sfondo, rappresentava il  palcoscenico naturale. L’obiettivo era chiaro: dare voce ai lavoratori ma anche ai giovani, attraverso un festival che mescolasse generi e generazioni, dal pop al rock, dalla canzone d’autore al ritmo internazionale.

Questa prima edizione, condotta da Carlo Massarini e Ombretta Colli, fu un successo inaspettato. Sul palco si alternarono nomi leggendari della musica italiana come Zucchero, Gianni Morandi, Pino Daniele ed Edoardo Bennato, accanto a gruppi emergenti come i Litfiba e la Piccola Orchestra Avion Travel. Non mancarono gli ospiti internazionali di peso, come Bob Geldof e Miriam Makeba, che diedero un tocco globale a un evento già  di per sé affascinante. Il concerto fu trasmesso su Rai1 e Rai2, e circa 190.000 persone riempirono la piazza: un numero destinato a crescere vertiginosamente negli anni successivi.

Fin dalle sue prime edizioni, il Concertone si distinse per il suo spirito ribelle: nel 1991 i Gang salirono sul palco leggendo un proclama che invitava allo sciopero generale contro il governo Andreotti, mentre i Litfiba e Elio e le Storie Tese videro le loro esibizioni sfumate dalla Rai per le loro critiche politiche. Questi episodi mostrarono subito il carattere del festival: un luogo dove la musica non era solo intrattenimento, ma anche megafono per idee e proteste.

Nel corso degli anni ’90 questo appuntamento annuale diventò imperdibile, sia per il pubblico che per gli artisti che vi si esibivano. Cantanti come Fabrizio De André, che nel 1992 incantò con Don Raffaè insieme a Roberto Murolo, o Franco Battiato, che nello stesso anno si esibì in un’insolita Prospettiva Nevski dal Teatro dell’Opera vuoto, lasciarono un’impronta indelebile. Il 1993 vide Robert Plant scatenare la piazza con Whole Lotta Love, mentre Lou Reed, nel 1994, consacrò il palco con la sua aura leggendaria. Ogni edizione portava sorprese, tra temporali epici, come quello del 1998 che non fermò i 400.000 spettatori, e censure Rai, come quella ai Litfiba nel 1997, accusati di posizioni troppo provocatorie.

Con il passare del tempo il Concertone si è evoluto, abbracciando nuovi generi e generazioni: dagli Oasis nel 2002 a Nick Cave nel 2003, fino ai Placebo nel 2014, il festival ha continuato a ospitare icone internazionali accanto a talenti italiani come Carmen Consoli, Subsonica e Caparezza. Anche nei momenti difficili, come per le edizioni 2020 e 2021 spostate in studio a causa della pandemia, il Primo Maggio ha saputo reinventarsi, con artisti come Gianna Nannini e Patti Smith che hanno portato la loro energia in streaming.

Oggi, il Concertone attira centinaia di migliaia di persone – un milione nel 2006, secondo gli organizzatori – e resta un evento unico, trasmesso su Rai3 e Rai Radio2. La sua formula, che alterna band indipendenti a nomi affermati, lo rende un mosaico musicale che riflette la ricchezza della cultura italiana. Dal 2015, il contest 1MNext ha dato spazio agli artisti emergenti, confermando l’impegno del festival nel promuovere nuove voci.

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