Zeder finisce con Stefano che si intrufola nella proprietà e scopre un impianto di sorveglianza con numerosi monitor che mostrano il volto morto di un uomo sepolto in una bara. Il morto è Don Luigi Costa, un ex sacerdote che ha abbandonato i voti dopo aver contratto una malattia incurabile. Continuando il lavoro di Zeder, Costa si è fatto seppellire nella proprietà, una sospetta zona K, e la sua rinascita dalla morte viene ripresa dalle telecamere. Stefano riesce a sfuggire ai cospiratori coinvolti nel lavoro sperimentale, ma scopre che sua moglie è stata uccisa da loro. Di notte, la seppellisce in una K-Zone situata nella proprietà abbandonata: la donna si rianima e si avvicina al marito. Nell’oscurità, Stefano inizia a urlare in modo orribile.
Precedentemente, Stefano indaga sul messaggio lasciato sul nastro della macchina da scrivere. Incontra persone che chiariscono di non gradire alcuna domanda relativa a Paolo Zeder o alle zone K. Tuttavia, la resistenza che incontra lo incuriosisce ancora di più. Diventa ossessionato dall’idea di trovare risposte al mistero e abbandona temporaneamente la moglie. Le sue indagini lo portano a un’enorme vecchia proprietà, apparentemente abbandonata ma protetta da recinzioni elettrificate. Un addetto alla stazione di servizio nelle vicinanze dice a Stefano che degli investitori francesi stanno costruendo un gigantesco hotel sulla proprietà, ma non si vedono mai lavori in corso.
Zeder è un film horror fantascientifico italiano del 1983 diretto da Pupi Avati, sceneggiato insieme al fratello Antonio e a Maurizio Costanzo. Nel cast del film troviamo Gabriele Lavia, Anne Canovas, Paola Tanziani, Cesare Barbetti. La storia è quella della scoperta da parte di un giovane romanziere degli scritti di un defunto scienziato che aveva trovato un mezzo per far rivivere i morti.