Il 13 ottobre 2025 è una data che resterà impressa per sempre nella memoria di Capo Verde. Con una vittoria convincente per 3-0 contro eSwatini, la nazionale capoverdiana ha compiuto un’impresa storica: la qualificazione ai Mondiali di calcio 2026, che si disputeranno in Canada, Stati Uniti e Messico. Per la prima volta nella sua storia calcistica, questo arcipelago atlantico di poco più di 524mila abitanti parteciperà alla massima competizione planetaria, entrando di diritto nell’élite del calcio mondiale.
La partita decisiva ha visto protagonisti tre eroi nazionali (è il caso di dirlo). Livramento, ex Verona attualmente in prestito al Casa Pia di Lisbona, ha aperto le marcature regalando il vantaggio alla sua nazionale. Semedo, attaccante dell’Omonia, ha raddoppiato, mentre Stopira ha chiuso definitivamente i conti al 91′, scatenando festeggiamenti euforici in tutto l’arcipelago.
Con questa qualificazione, Capo Verde diventa la seconda nazione con meno abitanti nella storia a partecipare a un Mondiale, superata soltanto dall’Islanda che con i suoi 404mila abitanti raggiunse Russia 2018. Un record che testimonia come il calcio possa andare oltre le dimensioni demografiche ed economiche, premiando organizzazione, determinazione e visione strategica.

Il successo degli Squali azzurri, questo il soprannome della nazionale capoverdiana, non è frutto del caso ma il risultato di un percorso iniziato oltre un decennio fa. Negli ultimi dodici anni, Capo Verde ha staccato per quattro volte il pass per la fase a gironi della Coppa d’Africa, raggiungendo in due occasioni i quarti di finale. Questa crescita costante ha permesso alla federazione calcistica di costruire una struttura competitiva solida, capace di competere con avversari sulla carta superiori.
Il merito principale di questa qualificazione va al commissario tecnico Bubista, alias Pedro Leitao Brito, un tecnico che ha dimostrato straordinarie capacità nell’arte di massimizzare le risorse disponibili. Senza stelle internazionali in rosa, Bubista ha costruito un gruppo capace di superare ogni difficoltà.
Il percorso di qualificazione ha rappresentato un’autentica impresa. Battere squadre come il Camerun, una delle nazionali più blasonate del continente africano, ha richiesto non solo qualità tecniche ma soprattutto una mentalità vincente e una capacità di gestione della pressione che Capo Verde ha dimostrato di possedere.
Capo Verde è indipendente dal Portogallo soltanto dal 1975. L’arcipelago, con la sua capitale Praia che conta poco più di 150mila abitanti, vedrà i propri colori sventolare negli stadi nordamericani accanto a quelli delle più grandi potenze calcistiche mondiali.