Più o meno ricordiamo tutte e tutti dov’eravamo il 9 luglio 2006, quando l’Italia sconfisse la Francia ai calci di rigore nella finale dei mondiali di Germania. E ricordiamo anche il momento più folle di tutta la gara: la testata di Zinedine Zidane al nostro difensore Marco Materazzi. A più riprese, e a diversi anni di distanza, i due protagonisti hanno la verità. E si sono trovati concordi. Tutto sarebbe nato da una battuta poco edificante di Materazzi alla sorella di Zidane, Lila, in quel momento, vicina alla madre (ammalata) del giocatore.
Andiamo con ordine e partiamo da Zidane che intervistato da L’Equipe nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, nel 2022, ha spiegato:
“Quel giorno mia madre è molto stanca. Ho mia sorella al telefono più volte durante il giorno. So che mia madre non sta bene, non è un problema serio, ma comunque mi preoccupa. Rimango ancora concentrato, ma queste sono cose che condizionano. La pressione, questo, quello. Materazzi in campo non nomina mia madre. Lui ha detto spesso che non ha insultato mia madre. È vero. Ma ha insultato mia sorella, che in quel momento era con mia madre. Su un campo di calcio non è la prima volta che volano insulti. Tutti parlano tra di loro, a volte male, ma tu non fai niente. Lì, quel giorno, accadde quello che accadde. Ha scatenato qualcosa parlando di mia sorella Lila. Il tempo di un secondo ed è finita… Ma dopo lo devi accettare. Non sono orgoglioso, ma fa parte del mio viaggio. A quel tempo ero più fragile. A volte è in momenti come questi che puoi fare qualcosa di sbagliato…“.
Due anni dopo, lo scorso giugno, Materazzi è stato intervistato dal The Times ed è entrato nel dettaglio della battuta:
“Tra battibecchi e insulti, Zidane mi offrì la sua maglietta e io risposi che avrei preferito sua sorella. Poi si voltò e reagì come tutti ricordano. Da allora non l’ho più rivisto“.
Insomma, un normale momento di tensione, di quelli che durante una partita di calcio sono all’ordine del giorno, ha rischiato di diventare l’unico souvenir di una serata che, fortunatamente per gli azzurri di Marcello Lippi, è stata semplicemente trionfale.