Oggi è il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno, celebratissimo sui social, tra post e meme: le origini alla base di questa giornata nascono da un calcolo matematico fatto nel 2005 da Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff. Secondo lo studioso infatti, il Blue Monday sarebbe il risultato di alcune variabili come il meteo, i soldi spesi nel periodo natalizio (con inevitabile senso di colpa successivo), e calo di motivazione dopo i giorni di festa. Ma secondo altri studiosi però, questa giornata sarebbe completamente priva di fondamenta.
Il Blue Monday, la giornata mondiale della tristezza, ricorre ogni terzo lunedì di gennaio dell’anno, ed è stata ormai ufficializzata dal 2005. Nonostante sia una ricorrenza molto seguita, in realtà sembrerebbe essere una grande bufala. Tra gli scettici c’è il neuroscienziato Dean Burnett, che già nel 2012, in un articolo sul giornale The Guardian, sollevava dei dubbi sul calcolo fatto da Cliff Arnall. Burnett infatti l’ha descritta come “ridicola” perché, secondo lui, le variabili sono “arbitrarie, impossibili da quantificare e in larga parte incompatibili tra di loro”.
La teoria del Blue Monday infatti non ha nessun fondamento scientifico e non spiega come calcolare matematicamente le sue variabili. Sembrerebbe quindi che questa ricorrenza sia stata istituita solo per motivi pubblicitari. Venne infatti pensata per una campagna pubblicitaria di Sky Travel, agenzia dedicata ai viaggi, che inserirono questa giornata in alcuni comunicati stampa del 2005 e del 2009. Da lì in poi venne ripresa da altre aziende, che hanno utilizzato questa giornata per motivi di marketing.
Fino ad oggi, il Blue Monday, sebbene privo di un fondamento scientifico, si afferma come una delle giornate più celebri al mondo e, ogni anno, l’hashtag #BlueMonday infiamma i social, attirando l’attenzione di professionisti, riviste e curiosi che condividono argomenti e curiosità legate a questa particolare data, scatenando numerosi dibattiti.