Alessandra Santoro è una donna di 50 anni che vive in provincia di Frosinone e afferma di essere affetta da due malattie autoimmuni, cioè la sindrome di Behcet e la spondilite anchilosante. Patologie che a loro volta danno origine ad ulteriori problemi di salute. Sostiene di percepire una pensione di 320 euro e di vivere in condizioni di forte disagio, in una casa fatiscente, inadatta alle sue condizioni fisiche e con pochi risparmi. La sua famiglia l’ha abbandonata dopo averla “sfruttata economicamente dopo aver commesso abusi, soprusi e violenza”. La donna ha avviato una raccolta fondi su GoFundMe che al momento ha ricevuto più di 240 donazioni, con oltre 4000 euro e l’obiettivo di arrivare a 10.000. Ha una cagnolina di nome Jolie a cui è legatissima
“Aiutatemi a non morire sola”, è questo l’appello con il quale Alessandra Santoro ha lanciato il suo appello su GoFoundMe.com per raccogliere fondi che la sostengono nella sua lotta contro la malattia. La donna ha specificato che le due patologie autoimmuni di cui è affetta le sono state diagnosticate tardivamente e che inizialmente non erano state diagnosticate nella maniera corretta. Alessandra ha specificato che queste patologie le provocano tantissimi problemi come osteoporosi severa, paratiroidismo, anemia, disbiosi, emicrania cronica, frequenza cardiaca sui 110/130 con fibrillazioni ed extrasistole, quasi totale perdita della vista all’occhio destro e molto altro ancora.
Alessandra Santoro ha specificato poi che questo dolore non riesce a farla stare in piedi e anche che i suoi pochi risparmi stanno terminando e proprio per questo ha deciso di chiedere aiuto. La Santoro ha deciso di chiedere aiuto anche perché vorrebbe “tentare altre strade che possano donare sollievo alle mie pene: Biorisonanza, ozono terapia, protocolli sperimentali studiati per il mio caso da fondazioni private, dovrei pagare visite mediche private, ambulanze altrettanto private per fare tutto questo e ovviamente pagare un accompagnatore.” Nella vita si è prodigata per cercare di aiutare le persone e ora ha bisogno che qualcuno le tenda le mani in una situazione di “sofferenza incoercibile”.