Nel 2017 Guglielmo Scilla fece coming out direttamente su Youtube, ma perché prese quella decisione? L’obiettivo di Willwoosh era riprendersi una rivincita di fronte a quei pochi amici che lo sapevano e avevano messo in giro la notizia “per fare i fighi”. Nella stessa intervista a Il Corriere, Scilla ha parlato anche dei Pride.
In una lunga intervista al Corriere della Sera il creator ha spiegato: “Non cambierei una virgola di quanto ho fatto. Quando ho deciso di fare coming out avevo messo da parte molti problemi familiari. Avevo dovuto lottare internamente per non avere paura del giudizio delle persone care. A quel punto mi sono detto che mi sarei preso una soddisfazione. Ogni volta che cercavo su Google “Guglielmo Scilla” la prima cosa che usciva era “è gay”. Sapevo che alcune persone a me vicine lo dicevano in giro, per loro era un modo per fare i fighi. Volevo rispondere alla pruriginosità della gente e mettere a tacere il modo orrendo in cui sfruttavano i miei consigli”.
Eppure c’era chi aveva consigliato a Willwoosh di non farlo: “La loro ansia era che poi non sarei stato credibile come attore in ruoli eterosessuali. Sticazzi. Potevo rischiare di non essere ritenuto credibile quando recitavo una parte, oppure recitare una parte per il resto della vita. Ho preferito fare una scelta per me”.
“All’epoca un giornalista gay scrisse che se non venivo più preso non era per il coming out, ma perché sono un cane. Al momento ci sono rimasto male: non mi aspettavo questa cattiveria gratuita. Poi ho capito che preferisco pensare che se non ho più avuto certe occasioni è stato perché, evidentemente, non ero il più bravo, perché mi responsabilizza. Ed è meglio di piangermi addosso” – ha proseguito Scilla.
Riguardo i Pride, infine, Scilla spiega che il dibattito è molto sentito: “Molti mi hanno scritto in privato per dialogare. Ma c’è chi ancora non è pronto. Sia chiaro: chi definisce il Pride “un circo”, non c’è mai stato. E a chi parla di ostentazione chiedo: certi matrimoni non sono altrettanto esagerati? E quello che succede quando l’Italia vince ai Mondiali? Per forza, sono celebrazioni! I Pride, per me, sono feste. Detto questo, al loro interno ci sono anche piccole realtà che io sono disposto a mettere in discussione. Spesso si tratta di persone eterosessuali. A La Spezia, per dire, ho visto un nudista. E lì ho pensato: fermi tutti, qui stiamo manifestando per dei diritti, e se mostriamo della nudità lo facciamo in maniera politica, ma questo qui lo fa per un fetish. E a questo dico no. Non dobbiamo perdere il senso del Pride”
Guglielmo Scilla dunque torna sull’argomento omosessualità e lo fa con la solita attenzione nel rispetto dell’altro.