Il comico e influencer (nonché ex manager) Pierluca Mariti è diventato virale, su Tiktok e molti altri social, con un recente breve video in cui satireggia sottilmente sui gravissimi manganellamenti di Pisa dello scorso fine febbraio, attraverso una simpatica ricetta, quella del pesto alla poliziesca.
Una variante, naturalmente inventata, ma che fa riferimento, per assonanza, alle brutalità compiute dalle forze dell’ordine nei confronti di alcuni manifestanti pro – Palestina, a Pisa, lo scorso sabato.
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Ed ecco quindi che il breve video, attraverso rimandi ironici, doppi sensi e piccole boutade, mette alla berlina, senza mai nominarla direttamente, un’intera categoria di professionisti, resisi colpevoli di atti che vanno, forse, ben al di là delle naturali mansioni che spetterebbero loro.
La ricetta inizia con una precisazione doverosa; questo è un pesto alla poliziesca, non un normale pesto alla genovese, anche se, tiene a sottolineare Mariti, Genova non è seconda a nessuna in fatto di “pesti alla poliziesca”: qui il riferimento va chiaramente ai tragici fatti del luglio 2001, quando durante il G8 molti manifestanti furono picchiati e torturati (rimasto famigerato il deplorevole episodio della ex scuola Diaz).
Ora, però, possiamo iniziare davvero con la preparazione degli ingredienti; indispensabile innanzitutto il mortaio per pestare: necessario poi, per non sporcarsi un “grembiule senza numero identificativo” (un richiamo alle divise, fra loro identiche, che i poliziotti portano) e un cappello da cuoco, per “coprirsi la testa” (richiamo all‘elmetto di ordinanza).
Ora è davvero tutto pronto, e si può cominciare a… pestare. Sì, perché “pestare con il mortaio” è l’azione imprescindibile, da ripetersi continuamente, magari anche prendendo una piccola rincorsa e premendo poi a fondo. Una combinazione che richiama da vicino il “caricare e reprimere” (inteso sia come repressione che come “doppia pressione”, in un gioco di parole fulminante) tipico di molte azioni di polizia.
Una volta preparato il pesto, però, è l’ora dei condimenti, mentre la linea di confine tra satira e denuncia sociale si fa sempre più labile (la “ricetta originale prevedeva il manganello, ma io ho solo il mortaio“, declama Mariti che all’improvviso porta in testo un cappello da poliziotto);
Indispensabile, innanzitutto, il sale, in quantità q.b. (quanto basta) o meglio “acab“, (il gioco qui è di assonanza ) insieme a un po’ di cipolla tritata che, come è noto, ha proprietà lacrimogene.
Il riferimento è duplice; ai lacrimogeni usati per disperdere le masse, da un lato e, naturalmente, all’ormai notissimo acronimo di derivazione anglosassone All Cops Are Bastards (ACAB, appunto, cioè “Tutti i poliziotti sono bastardi), dall’altro.
Ora non resta che scegliere la pasta; la scelta d’obbligo ricadrebbe sui maltagliati (tipica pasta emiliana a forma di rombo) ma Mariti preferisce gli strascinati; no, non la tipica pasta fresca a cordoncino tipica dell’Italia centro-meridionale, ma proprio le vittime che, indifese, vengono strascinate a terra.
Qui la maschera cade finalmente, e il video si trasforma in aperta denuncia dei soprusi di polizia, con richiami visivi, a schermo, degli articoli della Costituzione italiana riguardanti la libertà di pensiero e di manifestazione (rispettivamente il 21 e il 17, proprio come i minuti necessari alla cottura)
Il video ha mandato in visibilio l’utenza, e la reazione è plebiscitariamente positiva, sia su Tiktok che su Twitter; un testamento all’opera di Mariti, comico, influencer e scrittore.