L’agenzia di pompe funebri Taffo, nota per le sue campagne pubblicitarie ironiche e irridenti, è finita nell’occhio del ciclone su Twitter per un post pubblicato, sotto forma di immagine, in occasione del Giorno della Memoria, in cui, col consueto stile graffiante, richiama l’attenzione sui crimini commessi dall’esercito israeliano nel corso del recente conflitto in Palestina. Il post ha causato un’ondata di indignazione nei commenti, ai quali l’amministratore delegato dell’azienda, Alessandro Taffo, all’Adnkronos, ha risposto non arretrando di un passo.
Se il post non fa ridere come al solito, domandiamoci perché.
Oggi è il #GiornodellaMemoria in ricordo dei 6 ml di ebrei assassinati dai nazisti, ma a Gaza esistono più di 2 ml di persone e il bilancio delle vittime è salito a +21.320 morti.Per noi i morti sono tutti uguali. pic.twitter.com/hU83F1LXGm
— TAFFO (@taffoofficial) January 27, 2024
Nel post, che vedete qui sopra, si legge: “Sembra che Israele sia smemorato. 27 gennaio – Giorno della Memoria“. Un chiaro riferimento alle atrocità commesse dall’esercito israeliano contro i civili palestinesi sulla Striscia di Gaza negli ultimi mesi. A togliere ogni dubbio sul significato, arriva comunque la didascalia, che recita:
“Se il post non fa ridere come al solito, domandiamoci perché.
Oggi è il #GiornodellaMemoria in ricordo dei 6 ml di ebrei assassinati dai nazisti, ma a Gaza esistono più di 2 ml di persone e il bilancio delle vittime è salito a +21.320 morti. Per noi i morti sono tutti uguali.
Nei commenti, si è alzato unanime un coro di condanna al post, tacciato di “ignoranza”; c’è chi si spinge a definirlo vergognoso, chi contesta il numero di morti riportato, e chi preannuncia che, in caso di bisogno, non si rivolgerà più all’agenzia Taffo, bensì andrà da un concorrente.
Interpellato dall’AdnKronos, Alessandro Taffo si giustifica con una dichiarazione dal tono programmatico: “Spesso si generalizza sui disastri a livello politico, mondiale, andiamo a sminuire quanto accade attualmente. Parliamo del passato, ma non guardiamo in faccia la realtà del presente, come quello che sta accadendo in questo momento“.