Interstellar, film fantascientifico del 2017 diretto da Christopher Nolan, finisce con Cooper che, risvegliatosi dopo decenni di crio-sonno a bordo della stazione spaziale costruita grazie alle informazioni raccolte all’interno del buco nero, visita la figlia Murph, ormai anziana, sul letto di morte. Lui vorrebbe rimanere al suo fianco fino all’ultimo, ma la donna, circondata dall’affetto dei suoi innumerevoli figli, lo esorta a compiere l’ultima missione; volare da Amelia, sul nuovo pianeta colonizzato, per vivere insieme a lei. Nell’ultima inquadratura del film vediamo proprio Brand che, dopo essere atterrata sul pianeta di Edmunds, seppellisce il suo antico amore e si toglie l’elmetto, respirando liberamente nell’atmosfera. All’orizzonte, possiamo scorgere alcune rudimentali abitazioni, segno che la nuova colonia sta lentamente prendendo forma.
Nel 2067, l’umanità è prossima all’estinzione, a causa di scellerate politiche ambientali: la terra è preda di tempeste di sabbia che in poco tempo la renderanno non più adatta alla vita; l’agricoltura è diventata l’unica reale forma di sostentamento, e anche Joseph Cooper, ex pilota aerospaziale in forza alla NASA, è costretto a fare il contadino e a gestire una piccola fattoria insieme al padre Donald e ai figli Tom e Murph. Un giorno, notando lo schema di un’anomalia gravitazionale sul pavimento della stanza della figlia, Cooper ne deduce le coordinate GPS e si ritrova per puro caso, in un laboratorio segreto della NASA, dove il dottor Brand gli rivela un incredibile segreto; lui e la sua equipe da anni stanno cercando un pianeta abitabile all’interno della galassia, dove l’umanità possa ripartire, dopo l’abbandono della Terra. Cooper, in quanto ex pilota, è l’uomo giusto al momento giusto per guidare l’esplorazione alla ricerca del nuovo astro; infatti le anomalie gravitazionali altro non sono che il segnale, inviato con tutta probabilità da creature extraterrestri senzienti, della presenza di un wormhole che conduce direttamente a una manciata di corpi celesti potenzialmente abitabili, attorno all’orbita di Saturno.
Una prima spedizione di 12 uomini, comandata dal dottor Mann, era andata in avanscoperta anni prima. Degli iniziali esploratori, solo tre continuano tutt’ora a inviare dati e segnalazioni; Laura Miller, Wolf Edmunds e lo stesso Mann. Cooper, accompagnato da Amelia, figlia di Brand, dovrà quindi attraversare il wormhole e valutare, analizzando i dati, quale dei tre pianeti sia in effetti il migliore per ospitare vita. Con loro, due membri dell’equipaggio, assistiti da due ausiliari robotici, sorta di piccoli computer ambulanti, in grado di raccogliere ed elaborare dati complessi, di nome TARS e CASE. A bordo della navicella spaziale Endurance, trova posto anche una selezione diversificata di embrioni umani, il punto di partenza per la nuova civiltà. Cooper è attonito; e gli attuali abitanti della Terra, che fine faranno?
Brand, allora, gli rivela che non sarà possibile trasportare nello spazio un numero elevato di persone, finché lui e la sua equipe non avranno risolto la complessa equazione matematica legata alla resistenza gravitazionale. Con riluttanza, Cooper accetta, e prima di partire per la missione, dà un ultimo accorato saluto alla figlia Murph, che lo prega a gran voce di rimanere; la bambina, infatti, afferma di aver ricevuto dei messaggi in codice Morse in cui si dice a Cooper di restare. L’uomo, sentendosi investito di una responsabilità più grande, respinge a fatica le suppliche della figlia e se ne va.
Una volta nello spazio, e attraversato il wormhole, l’equipaggio dell’Endurance si avvicina all’orbita di Saturno, attorno a cui viaggiano i tre pianeti da esaminare; essi, però, si trovano nelle vicinanze di un gigantesco buco nero; all’interno della sua orbita, il tempo scorre in maniera infinitamente più lenta rispetto che all’esterno. Un’ora passata sui pianeti costerà quindi sette anni “reali” sulla Terra. Atterrati per primi sul pianeta di Miller, decisi a un’esplorazione veloce, i nostri trovano la sua capsula di atterraggio fatta a pezzi da onde altissime. La forza dell’acqua danneggia i motori dell’Endurance, che non riesce a ripartire in tempo utile. La riparazione dei propulsori costa tempo prezioso, e sulla Terra, gli anni passano dunque inesorabili.
Murph, che non ha mai perdonato il padre per averla abbandonata, si è laureata in Fisica ed è diventata assistente del professor Brand, ormai anziano; i due continuano imperterriti a cercare soluzioni per risolvere l’equazione di gravità, ma non riescono nell’intento. A bordo dell’Endurance, intanto, si deve decidere quale, fra i due pianeti restanti, visitare per primo. I dati trasmessi da Edmunds sembrano più affidabili e promettenti, almeno secondo Amelia, ma Cooper si oppone, accusando la donna di non ragionare da un punto di vista scientifico, ma di lasciarsi guidare dal cuore; Brand, infatti, è innamorata di Edmunds. Amelia ammette il suo condizionamento, cercando, nello stesso tempo, di far comprendere a Cooper il valore dell’amore.
L’uomo, inamovibile, decide che la Endurance farà rotta verso il pianeta di Mann. Dopo aver risvegliato l’astronauta dal suo criosonno, Cooper e Brand iniziano le esplorazioni lungo il terreno; il clima è all’apparenza rigido e inospitale, e i dati forniti da Mann non sembrano convincenti. Nel frattempo, però, Cooper riceve un messaggio dalla Terra in cui la figlia Murph, nell’informarlo che il professor Brand è morto, gli rivela una tragica verità: la soluzione dell’equazione di gravità non è mai stata a portata di mano; Brand, oppresso dal segreto, ha confessato la bugia solo in punto di morte. Murph, con astio, si rivolge al padre chiedendogli se sapeva tutto e se l’ha volontariamente abbandonata. Cooper è attonito e non si spiega quanto ha appena sentito.
Mann, allora, gli conferma tutto; l’umanità è condannata, non c’è possibilità di trasportare le masse su altri pianeti; l’unica speranza resta quella della coltivazione degli embrioni. Cooper decide di abortire la missione e di fare rotta verso la Terra. A quel punto, Mann, approfittando di un sopralluogo a piedi, cerca di uccidere Cooper; i suoi dati sono falsificati, il pianeta non è abitabile, e lui ha tentato l’unica strada che potesse garantirgli salvezza. Cooper riesce ad avvisare Brand in tempo prima di soffocare a causa dell’ammoniaca presente nell’atmosfera, e i due, a bordo di una piccola navicella ausiliaria, si mettono a caccia di Mann, che ha preso il comando dell’Endurance per tornare sulla Terra.
TARS, tuttavia, riesce a disabilitare da remoto gran parte dei comandi dell’Endurance, e Mann muore in un’esplosione, nel tentativo di governarla, venendo sbalzato fuori. A quel punto con un’ardita manovra, Cooper riaggancia la piccola navetta ausiliare all’Endurance. Ormai, però, il carburante è al minimo, e per arrivare al terzo pianeta, quello di Edmunds, serve una manovra ardita, e soprattutto, un sacrificio. Cooper decide allora di alleggerire il peso del veicolo, lasciando andare TARS verso il buco nero; una volta all’interno, il robot ne studierà i dati, alla ricerca di una possibile soluzione al problema della gravità che aveva reso inutile il lavoro di Brand. All’insaputa di Amelia, però, Cooper decide di accompagnare TARS nell’impresa, lasciandola così libera di dirigersi senza problemi da Edmunds.
Cooper, dopo aver attraversato il buco nero, si ritrova all’interno di un portale in cui il Tempo ha assunto una dimensione concreta, ed è visibile agli occhi nel suo dipanarsi; all’estremità del labirinto, scorge una libreria, uguale in tutto e per tutto a quella di casa sua; sporgendosi, l’uomo scorge la cameretta di sua figlia Murph e capisce di stare rivivendo il momento esatto in cui l’ha salutata per l’ultima volta prima di partire; ora realizza finalmente la verità; è stato proprio lui, dal futuro, a inviare il messaggio che la figlia bambina ha decodificato, e che esortava il se stesso giovane a non partire per la missione. Credendo di poter cambiare il passato, l’uomo compone quello stesso messaggio, così come Murph l’ha ricevuto anni prima, ma tutto è inutile; il se stesso del passato esce dalla porta della stanza. Cooper è ormai disperato, ma all’improvviso, la voce di TARS lo riscuote.
Di ritorno dal buco nero, ha raccolto tutte le informazioni necessarie per la salvezza dell’umanità. Ora non resta che trovare il modo di comunicarle all’esterno. Cooper, osservando l’articolato costrutto, capisce che quella sorta di ponte non è opera di esseri misteriosi, bensì degli umani stessi, i quali sono stati in grado di costruirlo proprio grazie a quelle stesse informazioni che TARS sta cercando di trasmettere. Il robot comunica a Cooper che tutti i suoi tentativi di trasmettere i dati raccolti sono stati vani.
A quel punto, Cooper ha un’intuizione; trasmettere le informazioni sotto forma di codice Morse all’orologio che si trova sul ripiano della libreria, suo antico regalo alla figlia. Sulla Terra, intanto, Murph sta raccogliendo i suoi ultimi effetti personali prima di lasciare definitivamente la propria casa; le tempeste di sabbia sono diventate ormai troppo violente; l’unica soluzione è scappare. All’improvviso, però, Murph nota l’orologio in movimento e capisce che il padre sta cercando di comunicare con lei, attraverso il tempo e lo spazio. Dopo aver trasmesso tutti i dati, Cooper esce dal buco nero e si lascia andare, volteggiando, nello spazio profondo, mentre Murph, lavorando anno dopo anno sui dati raccolti, riesce finalmente a risolvere l’equazione, urlando il tradizionale “Eureka”.
Cooper si risveglia in un letto d’ospedale, dopo un crio-sonno di decenni, e dopo essere stato salvato in extremis dallo spazio profondo; pur mantenendo l’aspetto fisico precedente, l’uomo ha ora 124 anni, e si trova a bordo della stazione spaziale Cooper, orbitante attorno a Saturno; una quasi perfetta replica della vita umana sulla Terra. Dopo aver saputo che la figlia, ormai in punto di morte, ha insistito per vederlo, il figlio si reca da lei. I due si riuniscono, tutte le loro divergenze sono finalmente appianate, e Murph può morire felice. Cooper vorrebbe starle accanto fino alla fine, ma la figlia si oppone; lui ha una nuova missione da compiere; andare sul pianeta Edmunds, da Amelia, e dare vita alla nuova colonia. L’umanità avrà finalmente una nuova definitiva dimora. Dopo aver senza problemi attraccato l’Endurance, Brand ha infatti tumulato il suo vecchio amore, ormai defunto da tempo, per poi stabilirsi a tutti gli effetti sul pianeta, l’unico dei tre a essere effettivamente abitabile.