Davide Macciocco, nato il 16 luglio 1983 a Zurigo, era un uomo tetraplegico dal 2003, a causa di un incidente, che su Facebook ha annunciato di essere andato in Svizzera, proprio a Zurigo, dove è nato, per mettere fine alla sua vita. Macciocco, che viveva a Termoli e lavorava come agente sportivo, è morto il 15 settembre 2023 e ha scelto la morte volontaria assistita perché, già segnato da problemi di salute, ipotizzava un futuro all’insegna di problemi più gravi e invalidanti e ha scelto di andarsene in serenità e consapevolezza. Nella sua lettera pubblicata su Facebook, Macciocco ha rivolto un pensiero ai suoi genitori, ai due fratelli Luca e Fabio, più grandi di lui, al miglior amico di sempre, Italo, e alla sua ex fidanzata, Marianna, che era con lui al momento dell’incidente. Nel post parla anche della sua passione per le auto e della sua vita un po’ scapestrata, prima dell’incidente.
Nel post Davide racconta il suo incidente, capitato domenica 5 luglio 2003 alle 6.00 del mattino. “Dopo una serata in discoteca con la mia ragazza e gli amici decidemmo di andare a fare un bagno al molo vecchio, in due o tre ci siamo fatti il bagno. Mi ero quasi asciugato quando avevo deciso di farmi un ultimo bagno tuffandomi dal trabucco. Scavalcai la recinzione, salii sul tetto mi tuffai di testa da un’altezza di circa sei metri. L’acqua quella mattina era alta più o meno un metro e mezzo. L’ultimo ricordo che ho di quel giorno è che dissi a Marianna che non mi sentivo più le braccia e le gambe. Dopo un primo intervento all’ospedale di Termoli mi portarono d’urgenza in elicottero a Pescara dove venni operato. L’impatto con la sabbia aveva rotto la quarta e la quinta vertebra della colonna cervicale. Dopo 5 giorni di coma farmacologico, mi svegliai. La prognosi era tetraplegia completa dovuta alla lesione midollare C4-C5. Tanti sogni, desideri e progetti che pian piano si erano infranti in un istante”.
“La presi abbastanza bene all’inizio, poi mi resi conto che di punto in bianco ero paralizzato dal collo in giù, su una sedia a rotelle senza muovere né braccia né gambe e neanche un dito. Io che ero iperattivo e non stavo un secondo fermo. Con me ti potevi ritrovare a prendere un aperitivo ad un bar di Termoli, dopo un’ora ritrovarti a Pescara, o dopo tre ore a Riccione a divertirsi.”
Nel post Davide prosegue raccontando un po’ la sua vita piena di amici, con una ragazza alla quale ha voluto bene per tutta la vita, nonostante la relazione fosse finita da tempo e qualche incidente “Forse ero un po’ troppo vivace, un pò irresponsabile, ma era anche questo mio carattere spavaldo a farmi voler bene da tutti. Quante gliene ho fatte passare ai miei genitori. Il primo incidente in automobile lo facemmo proprio quando io avevo 16 anni e Italo 18. Dopo essere andati in discoteca decidemmo di andarcene a Pescara, ma a 300 metri di distanza o poco più prendemmo una curva dove Italo perse il controllo e uscimmo fuori strada. Quella fu la prima telefonata fatta a mia madre dove le dissero di non preoccuparsi che non era successo niente e stavamo tutti bene. Purtroppo ne seguirono anche altre ma fortunatamente ne uscimmo sempre indenni o quasi.”
“Tutti questi anni sono stati idilliaci. L’ unico rimpianto di cui parlavamo spesso con i miei fratelli, e amici era quello di aver viaggiato poco. Ma eravamo giovani, belli e innamorati. Sembrava che nulla potesse fermare i nostri desideri e i nostri sogni. Avevo vent’anni, avevo tutta una vita davanti e c’era tempo per viaggiare.”
Davide ha spiegato che in questi anni si è mantenuto attivo, almeno dal punto di vista professionale, dove ha raccolto molte soddisfazioni. “Dal 2018 sono diventato agente sportivo di due network, Fantasyteam e SportitaliaBet. Solamente nella stagione 2022/23 sotto la mia rete c’è stato un giocato di oltre due milioni e mezzo di euro, per un guadagno netto aziendale di oltre duecento mila euro. Infatti i titolari sono gli unici che ho dovuto avvisare (che avevo scelto di andare in Svizzera a morire) perché mi avevano inserito in un nuovo progetto. Belle soddisfazioni davvero. Questo dovrebbe farvi comprendere anche la mia totale serenità e lucidità. Il mio corpo era bloccato ma la mia mente correva.”
Nel post Davide Macciocco spiega come è arrivato alla decisione di mettere fine alla propria vita “Con il passare degli anni però la vita è andata sempre peggiorando moralmente e fisicamente, ma ho cercato di non farlo mai pesare agli altri. A maggio 2022 mi sono rivolto a Dignitas per la richiesta di accompagnamento alla morte volontaria, nel momento in cui reputavo più opportuno. Amo la vita ed ecco perché oggi la voglio abbandonare. Quella che attualmente ho vissuto poteva andare anche bene, ma in un futuro prossimo so che sarà intollerabile per me! Inoltre, negli ultimi due anni sono stato allettato per una piaga da decubito. Era guarita ad aprile del 2022, sono sceso al mare come ogni anno, per ben 19 anni. A metà agosto sono dovuto risalire a casa perché la piaga era ricomparsa.”
“La vita è un diritto, non un obbligo”
“Credo che la vita sia vita quando si può vivere liberamente, sia fisicamente che mentalmente. Dipendere totalmente dagli altri, anche per un semplice gesto come fumarsi una sigaretta è difficile, non c’è liberta, nessuna autonomia. Stare giorni interi con continui dolori e continuare a dire “sì va tutto bene” è una maschera che non riesco più ad indossare.”
La sua lettera, conclude Macciocco è rivolta anche alle istituzioni italiane, “affinché non venga preso nessun provvedimento giudiziario nei confronti di chi mi ha semplicemente accompagnato, o meglio dato un passaggio.
Se c’è qualcuno da giudicare quelli sono i politici e il fatto che trovino difficile legiferare sulla morte volontaria assistita. Tutto il percorso con Dignitas è stato fatto totalmente in serena autonomia!”
Davide ha aggiunto che non tutti sapevano che se ne sarebbe andato. I suoi genitori non conoscevano la data esatta in cui sarebbe partito e gli è dispiaciuto non poter salutare tutti. “Il dolore più grande che mi porterò è quello che i miei genitori e i miei fratelli dovranno seppellire un figlio e un fratello, per me questo è un po’ contronatura” “I miei familiari hanno fatto tutto quello che era umanamente possibile per farmi restare più a lungo. Ma per loro non sarebbe stato mai il momento giusto”
“Credo che nella vita tutti cerchiamo la felicità. Se devo fare i conti con quest’ultima, negli ultimi anni, i conti non mi tornano affatto. Mi sarei voluto sposare, avere dei figli, che rompevano le scatole ai nonni. Tutto ciò non mi è stato possibile ma comunque sono andato avanti e ho vissuto comunque anni felici, anche paralizzato dal collo in giù. Ho avuto anche diverse relazioni più o meno importanti. Ero carino da disabile figuratevi in piedi”
Infine Davide chiede di non essere giudicato troppo severamente per la sua decisione. “Vado via in totale serenità e sognando”