L’assistente materna si prepara a diventare la professione del futuro. Ma di cosa si tratta? È una figura il cui compito è accompagnare le madri nei primi sei mesi di vita del bambino. Il tutto provando a stringere un rapporto personale con loro. Per diventare assistente materna sarà sufficiente un corso di formazione della durata di sei o nove mesi, perché non essendo una figura medica o paramedica infatti, non necessità di un diploma di laurea. Per quanto riguarda le modalità operative, queste verranno decise in modo diverso da ogni singola Regione. Lo scopo, comunque, è di avere tre assistenti materne ogni 20mila abitanti. Tuttavia, non sono mancate polemiche e perplessità, soprattutto da parte delle ostetriche.
Tra i compiti dell’assistente materna non ci sono solo consigli via telefono o videocall, ma si recherà direttamente a casa per andare a sostenere le neo mamme in questa nuova fase della vita. Una professione, dunque, che nasce da una diversa consapevolezza della maternità e, soprattutto, dalle difficoltà, ormai evidenti, nell’affrontare una depressione post partum.
Nella pratica questo vuol dire insegnare delle attività quotidiane come fasciare il piccolo e fare il bagnetto. Ma, cosa ancora più importante, fugare dei timori iniziali di fronte al singhiozzo o ad un pianto costante. In sostanza, dunque, l’assistente materna andrebbe a ricostruire quella sfera di protezione femminile creata, in passato, da famiglia numerose composte da nonne e zie.
Il fatto che l’assistente materna sia una figura professionale per la quale basta una formazione breve, ha sollevato polemiche da parte delle federazioni nazionali di ostetrici, che hanno ribadito che “le cure post-natali a sostegno della neomamma rappresentano il fulcro dell’attività dell’ostetrica che sa riconoscere tempestivamente la comparsa di situazioni patologiche e richiedere l’intervento anche di altri specialisti”