Il nastro bianco e rosso indossato da Giorgia Meloni nell’odierno Question Time al Senato in ricordo delle vittime di femminicidio, dopo il recente caso di Giulia Cecchettin, ha immediatamente generato emulazione; in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, infatti, molti negozianti di Padova hanno deciso di esporre un analogo fiocco rosso sulle proprie vetrate; analogamente, i camionisti di tutta Italia adorneranno i propri veicoli con un nastro rosso, e gli infermieri del sindacato Ugl apporranno un piccolo fiocco rosso sulla propria divisa a ricordo delle vittime, ma soprattutto a difesa del diritto alla salvaguardia della propria incolumità.
Il significato di questo simbolo universale ci riporta da un lato al colore rosso, il quale evoca simultaneamente la passione, che nasce dall’amore e che attraverso la violenza si concretizza in sangue e dolore; dall’altro si avvale di un’icona facilmente riconoscibile come quella di un fiocco.
D’altra parte, Il fiocco, seppur di colore bianco, fu usato per la prima volta come simbolo della lotta alla violenza contro le donne nel 1989 da un gruppo di uomini canadesi come protesta a seguito dell’eccidio di 14 donne da parte di un militante antifemminista. Negli anni, la White Ribbon Campaign si è estesa a ben 60 paesi nel mondo.
il colore rosso è comunque abbinato ad altri simboli che richiamano l’opposizione alla violenza di genere, come ad esempio le scarpe o le panchine.
La simbologia delle scarpe rosse, in particolare, nasce dall’idea di un’artista messicana, Elina Chauvet, che il 22 agosto 2009 posizionò 33 scarpette rosse nella piazza principale di Ciudad Juarez, una cittadina messicana in cui il tasso di femminicidi era particolarmente elevato; da qui, l’installazione “Zapatos Rojos” ha preso piede dapprima in tutto il Sudamerica, e poi in molti altri paesi del mondo, Italia compresa. La panchina, arredo urbano tra i più comuni, è successivamente assurta a simbolo inequivocabile di una violenza che colpisce anche all’interno della banale quotidianità di una qualsiasi comunità sociale.