Con Bona Vacantia s’intende un privilegio economico di retaggio medievale di cui attualmente gode Re Carlo III e che gli è costato un articolo piuttosto pungente e critico da parte del The Gardian. Nello specifico si tratta di un antico codice di diritto inglese che assegnerebbe al re la proprietà dei beni appartenuti a sudditi morti senza eredi o testamento nel ducato di Lancaster. Questo, infatti, è un possedimento privato dei reali d’Inghilterra dal 1399.
Il problema reale su cui ha indagato l’inchiesta di The Guardian, però, è l’utilizzo di questi beni acquisiti. Come previsto dalla consuetudine, infatti, la maggior parte dovrebbe andare in beneficenza. Cosa che, di fatto, non è assolutamente accaduta. Prendendo come elemento di studio gli ultimi dieci anni, infatti, i giornalisti del The Gardian, hanno scoperto che questo diritto ha fruttato ai Windsor ha fruttato una cifra pari a sessanta milioni di sterline. Di queste la maggior parte sono state destinate da Elisabetta II alla ristrutturazione degli immobili di famiglia.
Una decisione avallata anche dal suo successore Carlo III, che ha destinato questo denaro alla cura delle loro proprietà per preservarle per le generazioni future. Inutile dire che la decisione e il successivo articolo abbiano causato un certo imbarazzo a Buckingham Palace. Per questo motivo è stato disposto il trasferimento di più di cento milioni di sterline, compresi fondi raccolti proprio a Lancaster attraverso il sistema dei “bona vacantia”, in un fondo di investimento etico.
Il tentativo da parte del Palazzo di far dimenticare l’utilizzo poco etico dei Bona Vacantia, però, è destinato a fallire. Il The Gardian, infatti, ha annunciato altri articoli riguardo le diverse bizzarrie medievali su cui si reggerebbe il privilegio economico della Corona. Come se non bastasse, tutto questo, si accomuna anche ad una certa disaffezione mostrata nei confronti dei Windsor da quando Carlo è salito al trono. Una crisi interna e culturale che, nelle stanze del parlamento, sta facendo prospettare un cambiamento istituzionale che, almeno, vada ad eliminare dei privilegi assurdi e, ormai, storicamente inattendibili.