Il nome di Luigi Segnini, nato nel 1980 a Torri di Quartesolo, camionista presso la Dab di Mestrino, sale alle cronache per essersi macchiato del femminicidio di Marianna Sandonà, l’8 giugno 2019, a Montegaldella. I due si erano conosciuti sul posto di lavoro ed avevano iniziato una relazione apparentemente stabile. Fino a quel momento il camionista vicentino aveva vissuto in casa con la madre, soprattutto a causa di una condizione economica poco sicura e di un contratto da interinale che veniva rinnovato ogni due mesi. Suo padre invece, non l’aveva mai conosciuto. Attualmente Sevegnini sta scontando una condanna di vent’anni, confermata anche in sede d’appello dalla Corte di Venezia.
Quando incontra Marianna, però, lei e Luigi decidono di andare a vivere insieme. Una convivenza che, dopo oltre un anno, mostra delle difficoltà, tanto che la donna decide di concludere la relazione. A rendersi conto delle loro difficoltà, in primis, sono i genitori di lei, Marino e Luisa, che, durante le festività pasquali, vedono la figlia sempre più tesa mentre Luigi era sempre meno sereno.
“Spesso litigavano per i soldi” – ha raccontato la madre di Marianna al Mattino di Padova – “Diceva che mia figlia era una spendacciona, la rimproverava. Sa com’è, lui non aveva un lavoro fisso”
Non stupisce, dunque, la decisione di lei di chiudere la relazione nel mese di aprile. Da quel momento, però, Segnini perde completamente l’equilibrio iniziando a perseguitarla con pianti, urla ed offese. Un comportamento che porta Marianna ad avere timore per la sua incolumità. “Voleva tornare insieme a mia figlia ma voleva anche che lei gli restituisse 1.600 euro, i soldi che aveva anticipato per la caparra della casa presa in affitto e per due armadi acquistati” – spiega la madre di Marianna Sandonà – “Una volta l’ha fatta arrabbiare al punto che lei è andata a casa sua, l’ha preso per il collo. Era esasperata. E lui cos’ha fatto? Ha chiamato i carabinieri e il giorno successivo l’ha querelata. Marianna si è dovuta trovare un avvocato”
La sera prima dell’8 giugno, quando avrebbe dovuto incontrare Luigi per la restituzioni di oggetti e mobili, decide di dormire dai genitori. Per lo stesso motivo, poi, chiede all’amico Paolo Zorzi di accompagnarla sperando di mettersi al sicuro da eventuali problemi.
Quando, però, Luigi scende dal furgone nei pressi dell’abitazione di Marianna è già in preda ad una furia incontrollabile. Impugnato un coltello, dunque, straccia la lista di oggetti consegnatagli dall’ex compagna e l’aggredisce. Nel tentativo di salvarla, Zorzi s’intromette ma viene immediatamente ferito in modo grave ad una gamba e ad un polmone. Non potendo reagire, dunque, non può che assistere inerme all’ira di Segnini che si scaglia su Marianna con 19 coltellate per poi cercare di uccidersi a sua volta.
Grazie all’intervento di una vicina che assiste alle fasi finali dell’assassinio, arrivano immediatamente i soccorsi. Questi riescono a salvare Paolo Zorzi e lo stesso Segnini. Solo per Marianna non c’è più nessuna speranza.