Vinicio Riva, l’uomo che nel 2013 era stato abbracciato da Papa Francesco a S. Pietro, durante un’Udienza Generale, è morto mercoledì 10 gennaio, a 64 anni; Riva era affetto da una gravissima neurofibromatosi di tipo 1, detta anche morbo di Von Recklinghausen, una malattia genetica rara che causa la comparsa di innumerevoli escrescenze tumorali benigne su tutto il corpo; il caso di Riva era giunto all’attenzione dell’opinione pubblica proprio per via del lungo abbraccio ricevuto dal Pontefice, immortalato da una foto divenuta ormai iconica.
A raccontare il toccante incontro con il Pontefice è stato lo stesso Riva, intervistato da Panorama in quei giorni. L’uomo racconta con dignità e senza pudori la storia della sua malattia: “I primi segni si sono manifestati dopo i quindici anni. Mi avevano detto che sarei morto a trenta. Invece sono ancora qui“. Gli fa eco la zia Caterina, che lo ha assistito fino all’ultimo: “Quand’era bambino e andavamo in ospedale, capitava che in sala d’attesa qualcuno, vedendolo, si allontanasse impaurito. Allora io me lo mettevo vicino e me lo tenevo stretto. Per fargli capire, a lui e a loro; A San Pietro Vinicio l’hanno messo tra i malati gravi perché l’hanno visto con la faccia così, ma lui non è grave. Non ha niente di grave, vero, Vinicio? Siamo andati giù in carrozzina solo perché tutte quelle ore in piedi in piazza, sai…“.
Poi, è arrivato il momento del breve ma significativo abbraccio: “Prima gli ho baciato la mano, mentre lui con l’altra mi carezzava il capo e le ferite. Poi mi ha attirato a sé, abbracciandomi forte e baciandomi il viso. Avevo la testa contro il suo petto, le sue braccia che mi avvolgevano. E lui mi teneva stretto stretto, come coccolandomi, non si staccava più. Ho cercato di parlare, di dirgli qualcosa, non ci sono riuscito: l’emozione era troppo forte. E’ durato poco più di un minuto, ma a me è sembrata un’eternità. Dopo, mi sono girato verso la zia e le ho detto: Qua ghe aso le pene, ossia qui ci lascio le penne“.
La neurofibromatosi di tipo 1, detta anche malattia di von Recklinghausen, è causata da una mutazione genetica che porta alla formazione di escrescenze tumorali (neurofibromi, sia benigni che maligni) su tutto il corpo; la prognosi varia sensibilmente da caso a caso, e non esistono cure specifiche, ma soltanto trattamenti multidisciplinari utili a ridurre la sintomatologia.