Ci sono delle immagini che sono entrate nella storia del costume e che, soprattutto, hanno la capacità di raccontare un determinato momento della cultura: una di queste è la foto in cui è ritratto Roberto Benigni mentre prende in braccio Enrico Berlinguer. Quello scatto è stato realizzato nel giugno del 1983, durante una manifestazione organizzata dal Partito Comunista al Pincio a Roma.
Nello specifico era il 17 giugno. Una data importante visto che, più o meno dieci giorni dopo. ci sarebbe stato un risultato elettorale inaspettato con una Democrazia Cristiana in netto calo ed un Partito Comunista arrivato quasi al 30%. Per quella manifestazione, comunque, Roberto Benigni era stato invitato ad intervenire sul palco, portando in scena un finto comizio. Dopo una decina di minuti, poi, Benigni ha iniziato a presentare Berlinguer dichiarando che avrebbe tanto voluto prenderlo “in collo”. E, detto, fatto lo ha preso n braccio per pochi secondi.
Da parte sua Berlinguer non si è sottratto all’abbraccio ridendo prima d’iniziare il suo intervento. Il momento, dunque, è stato immortalato da una foto che ha fatto il giro di tutti i più grandi quotidiani. Ad oggi, invece, rappresenta un momento storico di in cui si avvertiva l’entusiasmo di un cambiamento che, però, non sarebbe mai effettivamente arrivato.
Oltre a questo, poi, il gesto di Benigni è andato ad interrompere una certa sacralità con cui venivano trattati i personaggi politici, sempre dediti al rigore e alla serietà. Ricordiamo, comunque, che nel 1983 Roberto Benigni era giù conosciuto per la sua comicità irriverente e, soprattutto, per il suo evidente appoggio alla politica di Berlinguer.
Lo stesso Benigni, dopo la scomparsa di Berlinguer, scrisse un breve articolo su un quotidiano, in cui provava ad immaginare di tornare indietro nel tempo, lasciar perdere la recitazione per laurearsi in medicina e diventare “il più grande ictusologo del mondo”, solo allo scopo di poter salvare Berlinguer il 4 giugno 1983, quando fu colto da un malore fatale sul palco di un comizio a Padova. In quell’occasione, come riporta il sito ufficiale di Berlinguer, Benigni scrisse:
“Una volta, a un festival dell’Unità, per ricambiare tutte le volte che mi ero sentito sollevato da lui, volli sollevare fisicamente Berlinguer in braccio, ricordo che era leggere leggero, tant’è vero che gli sussurrai all’orecchio come usava fare mia madre con me: Enrico, mangia… chissà se mangiava. Oh, il dono breve e discreto che il cielo aveva dato a Berlinguer era di unire parole ad uomini, ora la sua voce è sparita e se è vero, come dice il poeta, che la vita si spegne in un falò di astri in amore, in questi giorni è bruciato il firmamento. Adesso lo so che si dirà: Berlinguer è vivo, andiamo avanti, a me verrebbe voglia di dire Berlinguer è morto, torniamo indietro.”