“Sentii il telefono squillare, la mia bambinaia rispose e dopo seppi che Maurizio era morto” – spiega oggi Patrizia Reggiani, raccontando la storia dell’omicidio del suo ex marito Maurizio Gucci, ucciso la mattina del 27 marzo 1994, a Milano, in via Palestro 20, all’ingresso dello stabile dove l’imprenditore aveva il suo ufficio. “Inizialmente non potevo crederci, poi ho pensato che i miei problemi erano finalmente finiti e ho sentito solo tanta tristezza.”
Patrizia Reggiani incontra Maurizio Gucci nel 1970 e lo sposa due anni dopo, contro il parere della famiglia di lui, che la considerava un’arrampicatrice sociale. Si trasferiscono a New York, dove fanno “una vita incredibile”, racconta Reggiani, rievocando feste esclusive, frequentazioni da jet set e lussi sfrenati. Quando decidono di tornare a Milano, nei primi anni ’80, il loro matrimonio inizia a scricchiolare e nel 1985 Maurizio lascia la moglie per un’altra donna più giovane di lei, Paola Franchi, interior designer ed ex modella.
Nel ’92 Maurizio e Patrizia divorziano e lei ottiene un assegno di mantenimento di un miliardo di lire all’anno. Quando si paventa la possibilità che Gucci possa risposarsi con la Franchi, facendo perdere alla Reggiani metà del suo assegno annuale, il piano per uccidere l’imprenditore inizia a prendere forma.
“Sei una… sei una escrescenza deforme. Sei un’appendice dolorosa che tutti noi vogliamo dimenticare. Mi hai detto che durante il periodo della falsificazione della firma di tuo padre sei passato dall’Inferno. Eh no, ti sbagli Maurizio. L’inferno per te deve ancora venire.”
(dalle registrazioni audio delle telefonate di Patrizia Reggiani a Maurizio Gucci)
Patrizia Reggiani, che ha due figlie nate dal suo matrimonio con Gucci, Allegra e Alessandra, negli anni ha rilasciato dichiarazioni piuttosto contraddittorie in merito ai suoi sentimenti nei confronti dell’ex consorte e soprattutto alle dinamiche che la portarono a commissionare il suo omicidio con l’aiuto della sua ex amica e confidente Pina Auriemma, soprannominata dai giornali la “maga” del delitto Gucci. Se in alcune occasioni ha smentito di aver ordinato l’omicidio di via Palestro, in altre ha raccontato che quando andava in giro, anche a fare la spesa, chiedeva chi potesse occuparsi di questa incombenza. “Io ho un difetto, non so mirare e non conosco la portata di una pistola. Non lo potevo fare da sola” – ha detto in una recente intervista – “Così ho trovato questa “Banda Bassotti” che me lo ha fatto”.
Dopo essere stata condannata a 26 anni di reclusione, Reggiani ha ha scontati 18 ed è tornata in libertà. La Vedova Nera del delitto Gucci, la donna col capo velato che al funerale del marito non riesce a dissimulare un’espressione dura e distaccata, al tempo stesso, oggi è una diva della cronaca nera che continua ad esercitare il suo strano fascino sul pubblico. La Reggiani, che oggi parla degli anni trascorsi in carcere come di un periodo sereno, in cui fu trattata con riguardo. La Reggiani che voleva andare a San Vittore indossando una pelliccia costosissima e che oggi va in giro con un pappagallo variopinto sulla spalla. Una star che ha contribuito, con le sue eccentricità e la sua personalità, a mantenere vivo l’interesse del pubblico nei suoi confronti.
Non sorprende che la personalità di Patrizia Reggiani – e le sue dichiarazioni tipo “Non mi considero innocente, ma neanche colpevole” – e lo scenario in cui si svolgono i fatti che porteranno all’omicidio di Gucci abbiano ispirato Hollywood, che ha riunito un cast stellare per dar vita a House of Gucci, il film di Ridley Scott in cui Lady Gaga interpreta Patrizia. Il film di Scott non ha convinto pienamente la critica, ma certamente non ha lasciato indifferenti gli spettatori, che in qualche modo sono rimasti stregati da una rievocazione così eccessiva in tutto.