A cavallo del Millennio, la poetessa Alda Merini, figura apprezzatissima benché controversa del panorama letterario – fece scalpore facendosi ritrarre nuda dall’amico fotografo Giuliano Grittini in alcune foto; un gesto provocatorio, rimasto nella memoria collettiva degli italiani, che lei stessa avrebbe così spiegato in un’intervista: “Sono stata io a volere essere fotografata nuda, il mio è stato un gesto di provocazione, e anche di profondo dolore: in manicomio ci spogliavano come fossimo cose. Mi sento nuda ancora adesso.” Le immagini ritraggono la donna a seno scoperto, in pose caratterizzate da semplicità ed innocenza.
La poetessa, nelle sue dichiarazioni, fa anche riferimento allo scandalo causato dalla divulgazione delle foto, una reazione derivata in gran parte da un imperante bigottismo: “Mi fa sorridere il moralismo della gente, non lo tirano fuori per il nudo in sé, ormai ovunque, ma per quello non perfetto. E’ l’imperfezione a scandalizzare, come fosse una colpa“.
Dal canto suo Grittini, amico e confidente di Merini per lungo tempo, rispetto al servizio fotografico, disse, presentando una sua personale nel 2013: “Nel 1999 venni chiamato da Alda Merini la quale aveva da poco perso una carissima amica ammazzata a pugnalate da un compagno gelosissimo. Mi chiese di fotografarla nuda: si trattava di una provocazione. Colto di sorpresa, le scattai moltissime foto. Nel 2001 una di queste andò alla Biennale di Venezia ed ebbe un enorme successo. Ecco: stimolato, riuscii nell’intento di cogliere quell’essenza da trasmettere. Quella foto divenne anche la copertina di un disco degli Altar“.